9. 3. Der
ruene Kakadu
mmnmmmeummnn
box 15/4
K Popoto DWILi - Miine
14FEB. /935
MANZONI
Tut(Z male vien di I., dl I. Tolstol
# pappagalo verde , di Schnitzier
Al brevg guardingo, sapido & commos¬
so bozzetto scenico di Leone Tolstol.
Tutto il male vien di R, si contrappone
Tronlla & gonfia per troppi cosmelici, per¬
Troppi effelti, per troppo Turibonda tea¬
Tralità doppiata la commedia in un allo
di Arturo Schnitzler I poppagallo verde.
Nell’unge nell'altra prova Alessandre
Moissi ha sapulo essere diversamente
grande,
Ma indubbiamente gli scorei di cui si
é servilo Tolsloi per farei travedere il
dramma umano, alldeinato, quasi ebete
gentile, disperalo e sorridente, saltel¬
Hlante e strangolato del suo Passante dal¬
zla cravatla di pagliaccio, dalla giacca
Isdrucila, che si accovaccia in una povera
stamberga di contadini russi,e reso piü
demente da qualehe biechier di vodea,
fugge rubando un pacchetto di té c un
carloccio di zucchero, sono di un valore
arlistico infinitamente superiore.
Nella slamberga entra una follla leg¬
giadra, che ha insospetlati tratti di corte¬
sia, che si adorna di parole assurde, ap¬
pariscenli, barocche, buffonesche, come
quella cravalta a scacchi del povero va¬
gabondo.
E un giovane: un fallito, un palito, un
Villuso, un pazzo. Un pazzo buono che¬
ama la bonta, un essere gracile che di¬
fende i deboli, uin insignillcante tipol
sehza conlorni ben precisi, senza forza,
senza flato, senza muscoli, che riesce pe¬k
rallro ad evitare il dramma del marilog
truchlento ed avvinazzato che si buttag
coi formidabili pugni chinzi contrü-lasitag
donna Indignata.
Per merilo di questo insetto umanos
ridicolo e senza allra luce che quella dif
Pin sorriso ebete, si compone la pace nel¬
la stamberga. E si cioncn, e si ride, e si
brinda.
Ma il liquore & cattivo consigliere: e#
il vagabondo ruba. Ruba aleuni pezzi dit
zucchero, cost come farebbe un cucciolo::
ed, afferrato, torna guaiolando con lat
coda fra le gambe.
Un insello, una bestia, una larva: ma
un lume di umanità esiste in fondo ab
quelle tenebre afose, II senso del bene er
del male non s’é ancora del tutto smar¬
rito,
II vagabondo, che rimaneva impietratok
di frente alla minaccia, plange di fronteg
al perdono. Plange e rinunzia al magrof
bettino, e torna per le vie dei campif
verso la confusa méta.
Cadrà certo. Ha lasciato in mezzo ad
un crocchio di gente irsuta, avida, su¬
persliziosa, anche crudele, il dono ine¬
stimabile di una luminosa rivelazione:
un po’ di bene.
Moissi, in questa parte svanilae tre¬
pidla, breve e dolorosa, caricaturale fin
sul limili del buffonesco, ma ben difesa
dalla profonda intenzione lirica ed am¬
monstrice del tema, trovó meravis“
passaggi furlivi e repentini, e f.
scenze iröniche ed umane insien¬
und quieta desolazione assenl
ilare presunzione bambinesen, ed und
sinlesi arlislica della tragedie umand
che é diffleile deserivere, che & Impossi¬
bile dimenlicore.
Per queslo gioco apparenlemente sem¬
plice, ma tutto soffuso e sotlinteso, la¬
Pcommozione sall per gradi: e giunse, con¬
il rapido epilogo, all'apoteosi di molti e
molti applausi vigorosi e convinli.
poppagallo verde, ripelo, d un alto¬
Tronflo e gonflo. La tragedia nella trage¬
dia, la finzione confusa con la reallà, al¬
Plempi della rivolvzione francese, nella“
ruene Kakadu
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K Popoto DWILi - Miine
14FEB. /935
MANZONI
Tut(Z male vien di I., dl I. Tolstol
# pappagalo verde , di Schnitzier
Al brevg guardingo, sapido & commos¬
so bozzetto scenico di Leone Tolstol.
Tutto il male vien di R, si contrappone
Tronlla & gonfia per troppi cosmelici, per¬
Troppi effelti, per troppo Turibonda tea¬
Tralità doppiata la commedia in un allo
di Arturo Schnitzler I poppagallo verde.
Nell’unge nell'altra prova Alessandre
Moissi ha sapulo essere diversamente
grande,
Ma indubbiamente gli scorei di cui si
é servilo Tolsloi per farei travedere il
dramma umano, alldeinato, quasi ebete
gentile, disperalo e sorridente, saltel¬
Hlante e strangolato del suo Passante dal¬
zla cravatla di pagliaccio, dalla giacca
Isdrucila, che si accovaccia in una povera
stamberga di contadini russi,e reso piü
demente da qualehe biechier di vodea,
fugge rubando un pacchetto di té c un
carloccio di zucchero, sono di un valore
arlistico infinitamente superiore.
Nella slamberga entra una follla leg¬
giadra, che ha insospetlati tratti di corte¬
sia, che si adorna di parole assurde, ap¬
pariscenli, barocche, buffonesche, come
quella cravalta a scacchi del povero va¬
gabondo.
E un giovane: un fallito, un palito, un
Villuso, un pazzo. Un pazzo buono che¬
ama la bonta, un essere gracile che di¬
fende i deboli, uin insignillcante tipol
sehza conlorni ben precisi, senza forza,
senza flato, senza muscoli, che riesce pe¬k
rallro ad evitare il dramma del marilog
truchlento ed avvinazzato che si buttag
coi formidabili pugni chinzi contrü-lasitag
donna Indignata.
Per merilo di questo insetto umanos
ridicolo e senza allra luce che quella dif
Pin sorriso ebete, si compone la pace nel¬
la stamberga. E si cioncn, e si ride, e si
brinda.
Ma il liquore & cattivo consigliere: e#
il vagabondo ruba. Ruba aleuni pezzi dit
zucchero, cost come farebbe un cucciolo::
ed, afferrato, torna guaiolando con lat
coda fra le gambe.
Un insello, una bestia, una larva: ma
un lume di umanità esiste in fondo ab
quelle tenebre afose, II senso del bene er
del male non s’é ancora del tutto smar¬
rito,
II vagabondo, che rimaneva impietratok
di frente alla minaccia, plange di fronteg
al perdono. Plange e rinunzia al magrof
bettino, e torna per le vie dei campif
verso la confusa méta.
Cadrà certo. Ha lasciato in mezzo ad
un crocchio di gente irsuta, avida, su¬
persliziosa, anche crudele, il dono ine¬
stimabile di una luminosa rivelazione:
un po’ di bene.
Moissi, in questa parte svanilae tre¬
pidla, breve e dolorosa, caricaturale fin
sul limili del buffonesco, ma ben difesa
dalla profonda intenzione lirica ed am¬
monstrice del tema, trovó meravis“
passaggi furlivi e repentini, e f.
scenze iröniche ed umane insien¬
und quieta desolazione assenl
ilare presunzione bambinesen, ed und
sinlesi arlislica della tragedie umand
che é diffleile deserivere, che & Impossi¬
bile dimenlicore.
Per queslo gioco apparenlemente sem¬
plice, ma tutto soffuso e sotlinteso, la¬
Pcommozione sall per gradi: e giunse, con¬
il rapido epilogo, all'apoteosi di molti e
molti applausi vigorosi e convinli.
poppagallo verde, ripelo, d un alto¬
Tronflo e gonflo. La tragedia nella trage¬
dia, la finzione confusa con la reallà, al¬
Plempi della rivolvzione francese, nella“