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stesso ordine di rappresentazione ha voluto
adesso entrare Arturo Schnitzler, scegliendo
accortamente non piu nell’arte o nella lette¬
ratura, ma nel giornalismo il tipo rappresen¬
tativo d’ un'età, invasa da una febbre di vita,
ancor piu che frettolosa, furibonda nell’ardore
di correre i mari, di piantare le colonie, di
modificare o sovvertire i suoi principi tra¬
dizionali, la sua morale ereditaria.
Non v’ha nessuno che non iscorga come
sia a punto il giornalismo che alimenti quel¬
la febbre e che ne ripercuota in se stesso 1
battiti. Arturo Schnitzler, nelle sue Zebendige
Stunden non sacrifica alla tendenza, come
quando in Freiwild fa dibattere dai suoi per¬
sonaggi la questione del duello con argomenti
non troppo peregrini e persuasivi, ma affronta
la verità con attitudine di osservatore ga¬
gliardo e di poeta sereno; cosi, quando nel
primo dei quattro drammi mette a nudo l’e¬
goismo di un letterato, al cui lavoro é d’o¬
stacolo una madre inferma che, consapevole
di cio, affretta e raggiunge la morte; cosi
nello scherzo comico intitolato Letteratura,
in cui deride la poetessa moderna, cosi in
Le ultime maschere, quando batte in breccia
il pregiudizio diffuso contro il giornalismo
e i giornalisti, in ispecie fra quelli che ne
accattano i favori, che ne hanno assaggiata
la potenza, e che sanno come il giornale li¬
quidi e macini i piü flacchi, i meno validi,
nell’ immediato contatto coll’opinione pub¬
blica.
Ah, é cosf incalzante il moto delle pas¬
sioni moderne che ben spesso ci assalisce il
dubbio della vanità di ogni nostro atto o
scritto che resti senza eco, che non turbi,
non scuota, che non ritorni a noi in rosso
fiotto di sangue! In questa torbida e tormen¬
tosa ansia anche gli adoratori pid puri del¬
l’arte e dei capolavori, immutabili nella loro
eternità, spesso credono che piu valga una
frase, una intuizione profetica, un articolo,
un sogno visionario di giornalisti della tem¬
pra di Carlo Rademacher che tutta la mole
libraria dei volumi di scrittori dell' indole di
Alessandro Weihgast. Arturo Schnitzler anche
con questi quattro frammenti delle sue Le¬
bendige Skunden, con queste sue maschere
d’artistie di letterati, dà ragione al senso,
che, secondo Giorgio Brandes, scaturisce dai
drammi e dalle commedie di Arturo Schnitzler,
congiunto di Courteline e figlioccio di Molière:
la bellezza delle donne e la solennita dell'arte
fanno ricca la vita; l'alto prezzo con cui si paga
la felicitä e la sua corta durata fanno grave la
vita; la certezza dell'approssimarsi della morte
rende favolosa la vita.
In Le ultime maschere, per Carlo Radema¬
cher la morte & arrivata e la favola é finita;
egli non ripete piü il suo disprezzo per il
pubblico che onora i Weihgast, con i versi
del prologo del Faust di Volfango Goethe.
Le gioie e le amarezze dei vivi non toccano
i morti.
R. Forster.
Geleut- areuse #
Hizio destinato all’abitazione, hurche von aresse
dretese architettoniche. Eppure, anche a priori,
nulla di pid assurdo. Le casa pud avere, ed
ha difatti, una grandissime importanza nella
vita dell’ uomo. Essa deve adattarsi alle fa¬
coltà, alle tendenze, ai bisogni di lui, per
modo che il corpo e lo spirito vi trovino
come una loro nicchia naturale. E qui Victor
Horta ha data intera la misura del proprio
valore. Di fronte ai molteplici problemi di
comodità, di estetica, di igiene che la dispo¬
sizione interna della casa pud suggerire a chi
voglia rompere l’anello ferreo della tradizione
e le formule di un’ imitazione ribelle alla lo¬
gica, egli, forse per il primo, ha cercato e
trovato nuove soluzioni. Egli é il g poeta „
degli interni, nei quali é riuscito a scoprire
linee ignote, variando la forma e i colori
della superficie, modificando le dimensioni
usuali e, sopra tutto, traendo partito con ac¬
corgimenti originalissimi da ogni pid piccolo
spazio utile.
La piü perfetta applicazione dei suoi prin¬
cipi architettonici e decorativi si puó vedere
nell’ abitazione che l’ Horta si é fatta in que¬
sti ultimi tempi e dove egli stesso dimora.
Nulla di strano che questo debba esser riu¬
scito il suo capolavcro. Una delle critiche,
che piu frequentemente furono mosse sin qui
all’ opera dell' Horta, & stata quella per cui
si rimproverava all’ architetto di sovrapporre
la propria personalità alla personalità dei suoi
clienti, costringendoli in certo modo a rego¬
lare e a disporre la propria vita in confor¬
mità alle sue vedute di costruttore e di de¬
coratore. In verità la pid spiccata caratteri¬
stica degli interni immaginati dall' Horta con¬
siste nella loro unità organica. Dal materiale
impiegato nella costruzione al taglio delle
stanze, dal disegno di un tappeto alla collo¬
cazione di un tavolo o di un armadio, dalla
tinta di una ceramica alla forma di una se¬
dia o di una poltrona, lo spirito dell’archi¬
tetto penetra per si fatto modo nelle linee
generali e nei piü minuti particolari, e ob¬
bedisce ad una ragione di sintesi cosf logica
e rigorosa, che le aggiunte, le modificazioni,
le sostituzioni portate da un estraneo alla sua
opera, novantanove volte su cento riuscireb¬
bero disastrose. D’altra parte é evidente che
una casa dell’ Horta non vuol esser certo
come una specie di rifugio amorfo, nel quale
chiunque meglio o peggio possa trovare asilo.
Le sue costruzioni, le sue decorazioni si mo¬
dellano sui particolari bisogni dell' individuo.
ne rappresentano anzi come l’ indice mate¬
riale e il peculiare mezzo d’ espressione. Le
sue case sono dunque, se cosi puó dirsi,
essenzialmente individualiste e pressuppon¬
gono uno sforzo di intuizione per parte del¬
l’architetto, il quale deve rendersi conto di
queste speciali necessità, volta per volta, stu¬
diando la vita, le occupazioni, i gusti, le abi¬
tudini delle persone per le quali lavora. Na¬
turalmente tale indagine preliminare gli do¬
veva riuscire specialmente agevole, quando
egli costruiva la casa destinata a diventar la
sua dimora. Era questo, per un uomo come
Jui, un cömpito ideale; a cui corrisponde
un' idelle esecuzione. Alla piccola casa della
rue Alericame dovrà dunque venire in pel¬
legrinaggio chi vorrà rendersi esatto conto
del particolar genio di questo modernissimo
costruttore. La Maison du Peuple e qualche
palazzo signorile non parlano di certo con
eguale eloquenza.
Strana ironia della sorte! L’architetto della
casa ultra-individualista ha disegnato i piani
e curata la costruzione della & casa del po¬
polo 9 e cioé della casa di tutti e di nes¬
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nel taglio dei pia
negozie dei magaz
al primo e — so
secondo. Lateralmen
costituisce il cielo
conferenze, corre u
giardino pensile cc
fiori, che potrebbe
tività lo permettess
Ma torniamo alla
rue Americaine. Pe
I’ Horta sono due:
dell' ingegnere. Cos
area e finitime, ess
fronto molto significh
& stato edificato co
chitettura brusselles
sto dunque non
invece molto intere
& dimora #, se foss
il sussidio delle rip
gna dunque, per fo
dell’ illustratore sec
assai limitati.
Nella casa per
la luce deve penetr
fusione A questa
ancora che individt
il Belgio — rispon
tipo di casa immäg
questo bisogno fond
destro di trovare 1'
terminante delle su
quello che conferise
ticolarissima: vogli
come la spina dor
della casa. La scala
della dimora, perch
alle pid varie deco
pregiati materiali da
aereatrice perché al
portanti comunicand
anche, oltre che ilt
una preziosa sorgen
lanterna a volta sp
messa senza inciam
intensificata mediant
reti. Appena oltrepa
sinistra che le port
quindi senza ingom
vestibolo propriame
delle pid ingegnose
stema di tre porte
si aprono cioé nei
primo ingresso e I
altro passaggio, und
presa, che consente
alla cucina. Eccoci
della scala: in mar
vorrei dire inverosin
si pensi alle dimer
II tubo per il risca
rato in bronzo dora
di una svelta colonn
scalini, a capo del
di scultura: poi qu
continuazione al
grazioso salottino, u
parte e dall’altra d
tratti di scala, che
lotto da pranzo su
lotto piu important
piü importante, per
della facciata e per
intero lato sulla sca
questa ed appare an
che in realtà non
ancora non é al suc
pre piü insieme, in
salotti, il ripiano