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Num. 1 „ANNo V (VII' DE“ LO SPETTACOLO ITALIANO*) GENNAIO 1936-XIV
CHE COS'
E LA REGIA DRAMMATICA
Nessufio si spaventi. lo non ho mai avuto l’intenzione
peggio ancora dalle conventicole letterarieggianti, si sono
di scoprirg+America.
avviati con somma impudenza verso la regia.
Ma, dopo tanti anni di lotte, siamo ormai alla vigilia
Ehe cosa é avvenuto? Che lo scopo principale della
dell’inaugurazione di una Scuola di Regia presso I'Acca¬
regi é stato ad arte trascurato, per il semplice fatto che i
demia d’Arte Drammatica, che implicitamente comporta
direttori ne sapevano molto meno degli interpreti. Ma non
il riconoscimento ufficiale della regia stessa.
& csatto dire: scopo, poiché lo scopo é sempre quello di ot¬
Quindi, a quelle dozzinc di glovani che si sono affret¬
tenére uno spettacolo perfetto. Diciamo invece la parola
tati a far de: inda per essere ammessi alla scuola, come a
verd: il mezzo.
quegli spettat 3 (che per avventura ci leggessero), costante¬
Ora & innegabile che il regista debba curare in modo
mente fuorvi: i da indicazioni molto imprecise sui manife¬
particolare l'allestimento, cioe lo stile dello spettacolo. Ma
sti teatrali cir la regia di questa o quella opera, sarà bene
il mezzo principale di cui si deve saper servire & sempre
dire pianamente, senza uso c abuso di paroloni tecnici che
l’attore, cioè la recitazione.
Egnificano poi niente, che cosa fa, o meglio che cosa
Molto opportunamente la nuova Scuola di Regia ob¬
#deve Ere, questo benedetto regista.
bliga l’allicvo regista a seguire tre corsi di recitazione, a im¬
Mi sia cclicessa una premessa musicale. Lo spettacolo c,
parare cioé a recitare. Non importa che diventi bravo come
cöme la cadenza in musica, il risultato di tre accordi. Quel¬
Gustavo Modena, ma che conosca il peso della parola reci¬
Jo di sottodominante c quello di dominante che risolvono
tata, l'importanza della dizionc di questa tremenda lingua
nell’accordo di tonica. II primo, cioc l’accordo sottodomi¬
che & la mirabile lingua italiana, dove ogni parola finisce
ehante, rappresenta per noi tutte le cure dell'allestimento,
con una vocale, ogni sillaba deve esserc appoggiata c pro¬
cioc scene, costumi, luci, trovate sccnotecniche, in una pa¬
nunziata per intero, né mai l'attore pud lasciarsi andare
rola la cornice smagliante dello spettacolo moderno. Lac¬
sopra un accento come nella lingua francese, né ha l'’enor¬
cordo dominante rappresenta gli attori, la forza preponde¬
mel ausilio delle parole tronche come nella lingua tedesca,
rante della recitazionc. Scenotecnica c recitazione risolvono,
né la possibilità di chiudere in bocca i suoni come nella lin¬
devono risolvere nella pocsia, nell’accordo di tonica, cioc
gua inglese, ma tutto deve dire, chiaro, accentato, logico.
nell’opera d’arte.
E l’ora che si dica la verità anche sulla nostra lingua;
Ela regia?
che & certo la piu bella del mondo; ma che per esser resa
II pubblico crede per lo piu che il regista faccia le scene,
6 facile 9, 6 musicale #, & piaccvoles a chi ascolta, ha bi¬
c curi in modo particolare l'allestimento, o meglio che
sogno che l’attore sudi sette camice a pronunziarla come va.
studi tutti i trucchi possibili per dare allo spettacolo un
Diciamo che la nostra lingua & bella, ma difficile. E non
senso c strano n, G originale
& moderno v. Purtroppo
e forse un pregio? Mi si obietterà che oggi non sono molti
questo é stato anche il fine di molti giovani che dai tavoli
glig attori che sudano recitando. Rispondo che non sono
da disegno o dal cavalletto o, peggio, dalla lettcratura, o
molti gli attori che valorizzano la parola.
Una sccha del 1° atto di Strano interludio di Eugenio O’Neill.