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Liebelei
. Men en schnen
box 13/2

ache lei. Ma prima di distruggere tut¬
edrammatiel due Sit amant, Ia Inschato i1 tem¬
eristina,
po alla pin credula, allu pin fresca,
alla pin innocente e amorosa dell’amo¬
Dramma in tre atti di Arturo Schnitzler
re, di apprendere che cosa c’é nel fon¬
do della coppa soave.
Con Ziebelei (é il titolo di questa com¬
Questa storia, che poi fu tante volte
media che, trentacinque anni fa, al tem¬
malamente rifatta, pena pehe per
po delle rappresentazioni datene da Te.
resina Marlani e Oreste Calabresi, fust Cäst chie svolgé, per la figura della
protagonista, la cui realtà lieve e can-i
Itradotto in Amoreggiamenti) cominelo,
dida e un po’ sfumata & commovente,
Vil 9 oltohre 1895, al Burgtheater di Vien¬
non racchinde un personaggio soltan-i
Ina, la vittoriosa e illustre vita artistica
to, ma tutta la gentilezza, e la gene¬!
di Arturo Schnitzler. I1 deliziose ciclo
rosità, e la speranza, e il dolore della
d’e Andlolio s era già scritto, ma hon
passione giovinetta. Non c’é bisoghof fpf
se ne era rappresentata che qualche
che, per far morire questa tanto minorspg
parte, e Märchen, il primo tentativo tea¬
Margherita, siano impiegate le magi-[pe
trale, era stato un flasco. Liebelei fisso
che seduzioni di Faust e la malvagialcu
Tnella coscienza del pubblico e nella de¬
potenza di Mefistofele. E' piü leggerol Ot
finizione della critica quelli che furono
l'urto della realtà, perché é piu pie-she
in maniera troppo assoluta, considerati
colo il sogno. Ma il peso della vita cheipe
gli elementi essenziali, i caratteri pre¬
cade é sempre quello. Per questo.
minenti di tutta l’opera di questo arti¬
tu
forme un po' invecchiate della comme¬
sta. Si cominció a dire che egli cra il
dia non ci seinbrano troppo awvizzite;
tin
poeta dell'amore e della morte. Pensa¬
ché T'aroma della poesia le Conserva
ur
te che terrore una qualifica simile! C’e¬
quasi intatte.
ra da essere preso per un romantico
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delirante e luguhre.
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In verità, Arturo Schnitzler deserisse
Pietro Charoff ha messo in scena que-lte
Tamore come la piü preziosa essenza
sta commedia con una verità fluida, se
della vita, dolce ma corrosiva; e, qua¬
morbida, suggestiva, con qualche ecces-le
Di
si per guarire da questo amor dell’a¬
so di soste attorno ai particolari nel
Si
more, lo scrittore che egli era si fece
primo atto, ma sempre imprimendo al-
Paiutare dal medico che era stato, e dal
l’interpretaziöne un segno di bellezzajg.
galante un poco scettico che fu sem¬
patetica, e sviluppando fuori da esse
Ipre, per rappresentarne la realtà, sem¬
quasi uno spirito delicatamente musi-se
pre piü spoglia dalle sue appassionate
cale. Tutti gli attori vanno lodati: 1•Op-10
illusioni. Nella piena maturità, serisse
po, che rese assai bene la malinconiasd.
st
Iquel Girotondo, nel quale l’amore non
amorosa di Fritz, e la sua angoscia, e
er. jé che schernita, focosa e breve brutali¬
la sua tenerezza, nel momento del di-
D
tä; in Liebelet, composta nel bel tempo
stacco; il Billotti, che recitö con giustalg,
0:
giovanile, l’amore profondo e fidente
gaiezza e con bella gravità la parte di
che
fa le sue prime dolorose esperienze.
compagno di piaceri e d’amico nell’ora
re.
Cristina, la protagonista, s’avvede che
del pericoloe della sventura; il Ceseri,
rre
esso, che per lei é tutto, non & inve¬
un po’ troppo in sordina nelle sue pri¬
ce che un episodio per l’uomo al quale
me scene, ma commovente neile sucees

sie data. Piu saggia di lei, una sua
sive; Rossana Masi, eccellente nell'i#
str.
Kamica, Mitzi, l'ammonisce che le flam¬
terpretazione di Mitzi per spontanei-icor
oime del cuore sono effimere, e che da
tä e giocondità tipica, e la signor. Ri-Co
Tesse bisogna aspettarsi solo la gioia at¬
va, che perd avrei voluto svelasse unfnis
tuale, senza ipotecare l’avvenire. Pud
poco meno il senso caricaturale del suo
la
Tessere, pensava lo Schnitzler, una veri¬
personaggio. Quanto a Kiki Palmer,
zia
tà assoluta l'amore, se in si diversa ma¬
protagonista, si deve dire che dalla
niera e in grado si differente é sentito
quieta grazia goldoniana ha saputo
dai due che avvince? Se gli amanti son
passare a questo dramma di passione (el
sempre oscuri l’uno per l’altro? Se cia-Icon talento caldo ed espressivo, facen-Pie
scuno dei due sa bene quello che dä,
do molto di piü di quello che ci si po¬
•ort
ma ignora quello che ha in contraccam-Iteva aspettare, anche essendo ottimi¬
bio? La stessa incomprensione che il
sti, da una si giovine attrice. Nel primolor¬
Pirandello complange in tutti i rappor¬
e nel secondo atto ella recitö con una
ti umani, 1o Schnitzler la rappresenta-Isincerità sicura, e varia, e forte, note-Ico
va nei rapporti d’amore. Eppure, pa-Ivolissima. Meno mi & piaciuta nel ter¬
ni
reva dire lo scrittore, questo triste, in-zo atto. Forse, in quest’atto, piuttosto
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gannevole amore, vale piu di ogni al-sche costringerla a raggiungere ur a in¬
au
Itra cosa. Ci sono uomini, fa confessares tensa drammaticità, della quale aveva
tr
a un personaggio di un'altra sua com¬
gia dato ottimo e breve saggio nel fina¬
media, che nutrono ambizioni scientifl.
le del secondo, ma che ora richiedeva
1
che. politiche, artistiche; ma voi donne
da lei und resisienza che senza lungo
siefe quelle che contate di piül Lo ri¬
eserclzio non si acquista, era meglio
conosceva ese ne irritava; lo constata-far vibrare nella sua recitazione la cor¬
Iva con un misto di ribellione e di ras-Ida della commozione e del pianto, piulié
segnazione. Perció il poeta dell'amore
che queila della fredda e potente e tra¬si
era anche un critico; e diede un sin¬
gica disperazione. La signorina Palmer t##
golare sapore all’opera sua il fatto che
ebbe un vivissimo successo personale.
la sua össervazione psicologica, che a¬
Belle e piene di carattere le scene.
veva una crudele precisione scientifica, Ere chiamate dopo il primo atto, ein¬
non gelasse il moralista, ma anzi locé o sei dopo il secondo, ed altret¬
intenerisse, 1o commuovesse di piu. Egliätaité, Fanche piu, dopo il terzo. La
coltivava con voluttuosa tristezza le il-#stgnora-Hiva“e flCeseri ebbero nel se-I
Ausioni nelle quali aveva cessato difcondo atto un applauso a scena aperta.
credere. E sopra a queste illusioni,
Stasera Cristina si rchlica.
*
faceya aleggiare la morte. Ma non la
morte che sbocci dallamore, volma IX HPZALaZ
suprema, o catastrofe nella tragedia ul
Giulietta e Romeoe di Otello e Desde¬
si
mona; ma la morte che viene dal distr
fuori, cieca, illogica, estranea alle vi-jg
cende che interrompe, senza causa; nonT
apice o castigo della passione, ma vi-Ip
sitatrice distratta, che abbatte quellolm
che sfiora. Essa é dappertutto, non
preannunciata, tutt'al pid qualche vol¬