I, Erzählende Schriften 18, Das neue Lied, Seite 2

Oggl puo entrare, signor Breiteneder, ma.., cerchi di non tradirsi.
Che“ Cosa 6 sticcesso?
Per gli occhi.., ahimé.,, non v’é piü rimedio.
Ma come?
Non ci vede pil... éla conseguenza di quel brutto male. La poveretta
non sa chlesso é inguaribile.,, faccia la carità che non lo pensi neppure.
Carlo mormoró aleune parole ed entrö. Ad un tratto ebbe paura di
rivederla: ghi sembró che nulla avesse amato in lei piü di queili occhi
chiarissimi ed ognora ridenti.
Volle tornar domani, perö non venne né il giorno dopo, né al terzo.
Aggiornava la visita, per rivederla quando sarebbe stata sola col suc
destino.
Pensó intraprendere un viaggio per affari, molto desiderato da suo
padre. Vide Berlino, Dresda, sece Colonia, Lipsia e venne fino a Praga.
Mandó una volta breve scritto alla signöra Ladembauer in cui l’avver¬
tiva che al ritorno sarebbe tosto passato da lei e inviava intanto molti
saluti a Maria.
Fini il viaggio a primavera, ma dai Ladembauer non andó; non sa¬
peva decidersi... A grado a grado il suo pensiero verse Maria impalli¬
diva, si proponeva anzi d’obliarla del tutto. E che? non sarebbe stato
né il primo e neppur l'’ultimo.,. Non udendo alcuna nuova di lei, si tran¬
quillava e, per una causa qualunque, s’era fatto convinto che Maria
vivesse coi genitori.
III.“
Ma ier sera, in quella che se n'andava a visitar dei parenti, il caso lo
condusse presso il ristorante, dove si facevano le rappresentazioni della
Compagnia Ladembauer. Senza pensieri transitava di li, quando gli cadde
sotto lo sguardo il giallo cartellone; ricordó in qual sito si trovavae
n’ebbe una fitta al cuore, ancor prima di leggere una sola parola. Poi
rimase perplesso all’annuncio: e Prima ricomparsa di Maria Ladembauer,
detta il Merlo bianco “, dopo la guarigione da pericolosa malattia ..
Nel medesimo istante Rebay gli si trovó a presso, come se uscito da la
terra; aveva le testa scoperta, il cilindro in mano eil fiore all’occhiello.
Salutó Carlo esclamando:
Oh, signor Breiteneder, quali novità? Oggi, veh.., ci vuole onorar
di nuovo? La signorina Maria sará folle per la gioia, nell'udire che gli
amici d’una volta s’interessano ancora di lei... Poverina... Quanto abbiamo
sofferto noi tutli... Ora perö.., ora é guarita.
Disse altre cose; Carlo non sapeva piü muoversi, quantunque avesse
voluto trovarsi ben lontano. D'’improvviso si risveglió in lui una spe¬
ranza e chiese a Rebay se Maria non vedesse proprio affatto.,, se non
avesse almeno una lontana, indistinta percezione.
— Una percezione?... —
rispose l’altro - che mai dice? Niente in
veritä, non vede proprio niente.., tutto é buio davanti a lei... Ma si
persuaderà, signor Breiteneder, oh si persuaderá, che ogni rovescio di
medaglia ha il suo dritto anche.,, se & permesso dir cosi.,. La ragazza
ha una voce molto migliore di prima... Sentirá quanto s’é fatta piü deli¬
cata di quella che era.., Già, già, lei la conosceva... Oggi verranno molti
suoi vecchi conoscenti.., ma... oh non cosi buoni come lei, signor Brei¬
teneder.. perché la é finita con certe birichinate... Ah, ah. conobbi una
cieca ch’ebbe bimbi.,, Vede chi c’é qui? — disse ad un tratto.
Carlo stava con Rebay innanzi al banco della gvendita dei bigliettis ove
sedeva la signora Ladembauer molto pallida, che lo fissava senza far
motto.
Ricevé da lei un biglietto d’entrata e macchinalmente pagö; quindi:
Signora Ladembauer — disse. — non lo sappia Maria.,, non le dica
ch’io sono ona.,, signor Rebay, non dica nulia
Sta bene — rispose la signora, e s’occupó d’altri che volevano
biglietti.
E neppure da parte miafüna parölá.,, affermö Rebay — ma dopo
le farà una improvvisata; verrä con me? Che festa! Ah, ah. Arrive¬
derci, signor Breiteneder..
IV.
L’artistaera già sparito. Carlo traverso la sala affollata, venne in giardino
esi sedette ad un tavolo in fondo, dove una signora ed un signore
attempati avevano preso posto. Costoro non parlavano, intenti ad osservare
il nuovo venuto; Carlo aspet¬
tava e quando la rappresenta¬
Dono a chi acqnista pih di Lire 25.
zione principió, rivide cose al¬
imimmmhttere
quanto vecchie. Tutto gli pareva

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stranamente mutato li dentro,
Fabbriche Telerie
poiché non s’era mai seduto
tanto lontano dal piccolo palco¬
E. Frette & C.
scenico.
Da prima Rebay suond una
Monza
sinfonia della quale in fondo
nminl
al giardino non giungevano che
poche note. Poi comparve llka:
Telerie arittun zumg
l’ungherese, in vestito rosso e
stivali con gli sproni, cantó
4
5
Tovaglierie
idilli magiari e fece la danzas
& Ezardos :. Quindi segui il
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buffone Wiegel- Wagel che
venne alla ribalta in marsina
Jende Mii###l. Coperte
#eeere
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verde. Narró d’esser appena
giunto dall'Africa, disse le piü
iinim-Tappell Parsen
strane avventure, terminate col
suo matrimonio assieme ad una
Biancheria da Uomo e da Neonati
vecchia vedova. Vi fu un
aduetto) fra il signor Ladem¬
Corredi da Casa e de Sposa
bauer e la sua signora, ambedue
Prerrn
trtert neruetr ets eritretrer r ier tert
in costume tirolese, e dopo loro,
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vestito malamente da pagliaccio
Fillali:
si presentó il piccolo Jedeck a
TORINO-ROMA
dar prova delle sue bravure.
MILANO — GENOVA - FIRENZE
Con 1 grandi occhi fece un giro
e uneamnnennennturnreng n ret r
6

al’intorno quasi cercando qual¬
ainan
cuno; s’allineo davanti de' piatti
Calaloghie Campioni gratis e franco.
e con martelletto in legno ne
trasse una lunga suonata; quindi
umetta


S

*

se.
n
sbiglio si
sparse dalla
sala al giar
dino, la
gente avvi¬
cind testa
contro testa
e Maria ap¬
6
parve sulla
scena. II
padre che
l’aveva ac¬
Compa¬
gnata s’era
tosto riti¬
rato. Carlo
la vide im¬
mobile, pal¬
lida con gli
205
2
occhichiusi
la vide
stringere le
labbra ed
accennare
un sorriso
Senz'accor-
S
gersi egli
1101
era balzato
in piedi e,
appoggiatosi al colonnino verde d’un fanale, quasi gridava mosso da
pietä e paura.
Maria cominció a cantare con voce strana, debole, molto piu flebile di
prima. Era una vecchia canzone tante volte da lei ripetuta, ma la voce
rimaneva per Carlo affatto nuova solo credette riconoscerla nelle parole:
Mi chiamano 11 4 Merlo bianco „
In negozio ed anche a casa.
Rebay accompagnava il canto e, come gli era d’abitudine, ogni qual
tratto la guardava severamente. Quando fini scrosciarono gli applausi,
alti, fragorosi, e Maria sorridendo faceva inchini.
La signora Ladembauer sali la scaletta del palcoscenico, mentre la
figlia allungava le mani nel vuoto a cercare quelle di lei, ma l'applauso
si ripeté cosi assordante che tosto principió una seconda canzone, pure
questa già nota a Carlo.- Principiava:
Vado oggi col mio diletto
Al campo
e volse in alto il viso e dondolo la testolina con infinita grazia, quasi se
proprio ritornasse col fidanzato a riveder il cielo azzurro, il prato verde,
e far danze all'aperto, come dicevano i versi.
Quindi cantó un'altra volta; eraquesta la canzone nuova.
— Eccoci al giardinetto — disse Rebay a Carlo.
Splendeva il sole, la strada era tutta illuminata e dovunque luce e vita.
Si potrebbe sedere — continud egli — e ber del vino, perché sento
molta sete; oggi avremo una giornata calda.
Se fará caldo! — rispose qualcuno dietro a loro.
Breiteneder si voltó; chi li aveva seguiti? Cosa voleva costuizda loro:
Era Jedeck, il pazzo; tutti lo chiamavano cosi e non c’era dubbio che
da qualche tempo avesse data la volta. Due giorni prima minacciö di
morte la sua pallida signora ed era da temere lasciarlo solo. Gräzie alla
süa piccolezza, scivoló accanto a Carlo; dal viso giallo, sbucavano due
occhi lucenti e sospettosi; portava cappello grigio a cencio, ornato d’una
piuma, e in mano il bastoncino. Si sedette ad un tavolo colorito di verde,
gli altri due lo seguirono; il cameriere portó del vino.
Rebay pose il cappello a staio sul tavolo, si passo la mano suila testa
biancae si stropicció le guancie; poscia, allontanando il bicchiere di
Jedeck, si fece chino verso Carlo:

Non ö perduta la ragione, signor Breiteneder, so quello che dico.
Perché dovrebbe esser mia la colpa? Sa ella per chi scrissi musica nella
mia giovinezza? Per Matras; e ció non é pocoe fece del chiasso sa... Musica
e testo miei... Componimenti ben accolti nel repertorio d’altre com¬
pagnie
Lasci tranquillo il bicchiere — interruppe Jedeck sorridendo.
E poi, signor Breiteneder — riprese Rebay, allontanando da sé la
tazza — lei mi conosce e sa che sono un galantuomo.,, nelle mie com¬
posizioni non vi sono indecenze... Conto sessantotto anni, signor Brei¬
teneder, questa & una bella età! Sa da quanto mi trovo con la Com¬
pagnia Ladembauer? Viveva ancora Edoardo Ladembauer, immagini..
la fondó proprio lui., sono dunque ventinove anni e in maggio festeggio
il trentesimo... Le canzoni non le ó imitate, son proprio mie, tutte mie..
Jedeck intanto sorrideva, ma i suoi occhi erano dilatati; aveva tirato
a sé i tre bicchieri e cominciava toccarne leggermente l’orlo con le dita;
davano giá un suono delicato e malinconico, come di clarinetti lontani.
Tale abilità aveva sempre interessato Carlo, ma in quel momento ogni