II, Theaterstücke 20, Zwischenspiel. Komödie in drei Akten (Neue Ehe, Das leichte Leben, Cäcilie Adams, „Nicht mehr zu dir zu gehn …“, Adagio), Seite 386


accemato, ede facile comprendere mo¬
(1o in eul egl la propina all’amice.
Ma Riccardo non ahmnette scherzi. Ge¬
cilia gli ha scritto tutti i giorni durante
la sta assenza; non gli ha mai #ecehha¬
te nennneno lontanamente ad und Simile
soluzione; la diceria & stupida e cattiva:
#ira loro due, fra Cecilia e Riccardo cioc.
i rapporti non sono mai stati pin cordin¬
li; molte ombre che prima esistevano in¬
torno à loro e fra di loro si sono dissipate;
appena Cecilia sarà tornata — ed eatte¬
sa dauin momento all’altro — tutto si chin
rirde si definira.
E Cecilia arriva; ma ahimé, come mü¬
tata! Il tempo non ha mitigato il suo do¬
lone, ma ha indunto il suo orgoglio. Nel¬
le parole tronche e dubitose del marito el¬
a indovina il tremito della rinata passio¬
ne; ma oggi ella sa che quella passione
sarabbe caduca e la disdegna. Ben altri
desideri da turbaromo, ben altre flannne la
accesero dacché ella poté accostarsi alla
ita con l’anima libera ed ansiosa! Chi or¬
mai potrebbe tradurre in realtà il sogno
ardente della sun fantasia?
E Riccardo, che si sente perduto nel¬
Tanimo di Cecilia, ma che#cra soltante
scopre la donna che si cel#ta in lei, pre¬
ga, scongira, invoca, ma inutümente.
Eül bacio ch’egli le ruba neneche Tad¬
dio disperato ad un amere eine nessnna
forza umand potrà risuschare mai piu.
Per un momento Riccardo s’illnde di
poter mutare il proprio desting,e in quel
Imomento fa la voce grossa, parla de’ suoi
dinitti verso la moglie e verso il monde,
le crede di provvedere ad essi decorosa-
mente lanclando una sfida al gieri#e
principe che é sempre, come un cane ie
dele e affezionato alle caleagna di Geci¬
lia. Ma quando Sigismendo gli compare
dinanzi — questa scena é d’una deliziesas
Ingenuità e al tempo stesso d’una gusto¬
sissima comicità — Riccarde s’accorge
che s’armava contro dei mulini a vento a
smette ognä idea bellicosa. Né maggior for
tuna hanno i suoi ultimi conati per trat¬
tenere Cecilia. E mrentre costei si perde
come una visione pei viali floritj del giar¬
dino, Riccardo mette in fretta un stio¬
spartito entro una piccolà valigetta, dor¬
Fre in anticamera a prendere il pastrano
#e se ne va.
Dove? E chi lo sa?
Questa chiusa sibillina fini per diso
rientare i! pubbtäco, il quale aveva se¬
Iguito, non senza sforzo, il dramma psis
colegico del deuteragonisti della ccammer
dia. Dramnna psicologico mal campator
tin verità, e che ha bisogno di parecchie
stiracchiature per esprimere e pel signifi¬
care cio che era nell’anio dell'’autore.
E il difetto piü sensibile é nel personag
gio di Riccardo, troppo cieco
0 troppe
cinico al primo atto per non accorgersi
che Cecilia lo ama sempre e che sol¬
tanto per un senso di dignità e d’orgo¬
glio offeso acconsente alla proposta di
luli. e troppo ingenuo e superficiale e vol¬
gare poi quando vorrebbe esaltare il pro¬
Eppure, che finezza di osservazione e
di penetrazione qua e là anche nella ri¬
produzione di questo carattere, il quale
rimane, nonostante tutti i suoi difetti. il
personaggio piü intéressante della com¬
media! Che finezza di dialogo sempre! Chel
delicatezza sentämentale e che arguzia
ironica alcune volte! Che eleganza dit
gesto e di espressione! E come si capisce
i godimento estetico che deve procurare
jai tedeschi l’opera fine e aristocratica di
questo scrittore viennesel, il quale, del re¬
sto, ha già dato alle scene cose molto
pin forti di questo Intermeszo. Basterebbe
citare la Via solitaria, dramma d’anime
e di pensiero, di passione e di poesia al
tempo stesso.
Queste impressioni provai vagamente
ieri sera mentre si svolgevano le scene
di questa commedia, la quale, a mio pa¬
Pre, meritava miglier fortuna; comme¬
dia che it collega Nani ha tradotta egre¬
giamente e che la Compagnia Calabresi¬
Severi ha allestita con molta cura.