II, Theaterstücke 16, (Lebendige Stunden. Vier Einakter, 1), Lebendige Stunden. Vier Einakter, Seite 696

la sostanza
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be ferito gravemente le famiglie e i
professori. Per le famiglie l’argomenta¬
zione é giusta; ed é appunto ferendo
gli insani interessi di queste famiglie
che gli studi in Italia possono ritornare
ad essere una seria preparazione alla
vita. Ma per i professori, no. Crediamo
che sia difficile, se non impossibile, tro¬
yare fra essi uno solo che non lamenti
questo odierno andazzo, e che non si
senta in grado di giudicare, senza gli
Gsami, anzi contro di essi, il valore dei
suoi alunni. E i professori avrebbero
vre
dovuto in questa occasione far sentire
anch’essi la loro voce. Essi che si son
agitati, or non é guari, per una que¬
stiöne che ingiustamente feriva i loro
legittimi interessi economici, avrebbero
dövuto cogliere questa occasione per
dimostrare che a loro non stanno meno
ancuöre quelli della nostra coltura e
della nostra educazione. La loro agita¬
zione poteva essere per il Ministro una
förzà morale grandissima per opporre al
piccolo e basso segno al quale oggi par
che miri l'istruzione ufficiale in Italia,
Ja méta altissima alla quale il nostro
paese devertehdere per la grandezza del
suo avvemire 4 per la gloria della sua
tradiziohe.
II Marzocco.
Maschere
letterarie.
Sulle scene tedesche, che pure accolgono
tanti gravi rimuginamenti di pensiero filoso¬
fico o di teorie sociali e lanti sforzi di co¬
micita grave e lenta, trionfand ora quattro
agili lavori in un atto di Arturo Schnitzler,
un autore che meriterebbe di essere meglio
noto in Italia. La nostra patria, non parca
fel concedere ospitalità alle mediocrissime
commedie, agl’ imbrogli, piu strampalati che
faceti, dei produttori piu in voga del teatro
parigino; e alle elucubrazioni pid melanco¬
niche dei bevitori di birra berlinese o vien¬
nese, non conosce ció che di meglio, di piu
vivo o di pid profondo, di tratto in tratto,
in Francia o in Germania, in mezzo a un
brulicame di stupide cose o una verminaia
ditsollazzevoli volgarità, stampa e fa rappre¬
sentarequalche scrittore di talento, che si
müove lesto e spedito nel piccolo o vasto
possesso feudale d’una libera intelligenza. E
Fayverra sempre cosi, finché le nostre compa¬
gnie drammatiche saranno le vittime o volon¬
Starie o forzose di pochi speculatori, che loro
imporranno l’ufficio di divulgare, insieme a
qualche gioconda avventura comica, le insanie
pid goffe, le scimmiottature piu grottesche e
le sciatterie pid diluite.
Ritorno ai quattro atti di Arturo Schnitzler.
Portano un titolo di buon augürio, anche se
e
forto gli dà un suo compagno nel tristo
monche, per la strettoja di un solo atto,
ospizio dei morbie della morte; & questi il
loro svolgimento e nella piena espliazie
comico Floriano Jackwerth, che non abban¬
dei caratteri principali; al dramma de
dona i suoi versi e i suoi lazzi, e che forse
Schnitzler il lettore deve aggiungere pan
attende di mirare in faccia la Morte, per imi¬
chio del suo; ei deve poetarvi un po' d
tarne l’aspetto, come ora rifa i gesti del
tro col proprio cervello e con la prog
medico che lo cura e che lo proclama mo¬
sensibilità. Ció vuol dire semplicemente
ribondo. Carlo Rademacher, vedendolo, pensa
l’angustia delle cornici va infranta ed alh
ad altri commedianti meno avversati dalla
gata, perché il soggetto e le maschere
Fortuna; ricorda la carriera del suo amico
contratte e spudorate facce umane, che
d’ infanzia Alessandro Weihgast, lo scrittore
stituiscono l'azione, inducono a meditare
ricco che non si nutri con le briciole del
prolungare la vita del dramma oltre la ##
giornalismo, ma che guadagno lautamen con
presentazione, oltre la lettura; inizio in
le sue cömmedie, coi suol drammi e ne dai
gabile della sua superiorità su tanti frivol
contatti coi pubblici, con gli uomini, con le
dilettevoli passatempi di teatro, su tante c#
donne, seppe trarre i piu proficui vantaggi.
ed incorporee astrazioni dialogiche e mo
II contrasto, che lo Schnitzler istituisce fra
logiche.
1 due, fra il giornalista dannato alla dimen¬
Arturo Schnitzler ha avuto del suo pro
ticanza e alla povertà e lo scrittore, conse¬
gonista una visione originale e vera; Ca
crato dal successo e reso felice dal danaro e
Rademacher non appartiene alla stereot
dalle lusinghe, é veramente interessante. Se
famiglia dei pennaiuoli quotidiani, che
le stelle stanno in alto, e vigilano sui de¬
cosi numerosi romanzi e drammi moden
stini umani, esse sbagliano qualche volta le
sono sfilati sotto i nostri occhi in gior
teste con la luce bianca dei loro raggi. In¬
di cronisti insulsi, di ricattatori furfantesc
fatti, il trionfatore della vita avrebbe dovuto
o di ribaldi intriganti alle prese con i pos
essere il giornalista Rademacher, non il com¬
onorevoli membri d’ un parlamento qualsi
mediografo Weihgast.
alla vigilia d’ un’elezione; Arturo Schnitz
„II primo si fece macerare — é vero —
non ha avuto certo uno scarso coraggio
le carni e lo spirito dalla macchina tipogra¬
tirar fuori da una realtà, che egli conosce,
fica, ma la mise in movimento con laffoga
valore intellettuale logorato delle aspre
della sua fatica quotidiana, con la rapida,
cessità d’un diuturno travaglio; egli ha sc
istantanea percezione della sua mente, con la
levato in alto questa sua figura di lavorato
folla delle sue idee improvvise, vive, accese,
nel paragone con Alessandro Weihgast, tro
con la sua scrittura docile ad ogni impulso
fio della sua catasta di libri, concepitissen
di realtà e di imaginazione inventiva emul¬
acume e senza ingegno, accumulati a gui
tanime; mentre il secondo, nei quadri delle
di monumento cartaceo, per dimostrare
scene, degli atti, fra gli applausi, decoró di
grandezza del loro autore, caro ai pubblici
frasche e di falso lauro la sua vuotaggine
alle dame; e a costui ha impresso sul vol
interna, il suo stento di tardo ed arido alli¬
una maschera di volgarità cinica ed inconsch
neatore di frasi convenzionali, di comunicasi
II dramma e il romanzo del giornalismo son
di vite incolori o vili, la sua abilità dit in¬
ancora da scrivere, e non hanno trovato a
dovinare la tendenza del pubblico, di favo¬
cora il loro Balzac o il loro Ibsen, ma 1
rirla e di riprodurla nei suoi romanzi ##nei
i primi scorci di figure, balzate fuori da un
suoi drammi senza rilievo di personalità o
giusta comprensione delle energie agenti d
segno di temerità pugnace. Questo Alessan¬
nostri tempi, non bisognerà, con oblio
dro Weibgast é un ignobile e fortunato fan¬
sbadataggine, trascurare il protagonista di
ultime maschere.
toccio, fasciato della bestialità sua e degli
altri, rappresentativo e moderno in tutto e
E una persona nuova che non somiglia
per tutto.
troppo pigri e irreali boemi della letteratur
E poeta fu invece, anche se gettö leisue
dell’arte e del giornalismo, che in questi u
strofe al vento per un'ora sola, il giornalista
timi anni si sono fatti cosi loquaci e can
Rademacher, che spesso, forse, in un Para¬
terini nei libretti d’opera; non é la col
dosso, raccolse la sintesi di una veritä####che
sueta imagine dell'artista ruinato o spinto
in un articolo divinó i moti secreti delle ideali
morte dalla donna, come nella Pine di S
aspirazioni di un popolo, le inespresse bel¬
doma o in Hedda Gabler; & invece la tragic
lezze d’un'arte futura o d’una vita söciale
evidenza del conflitto modernissimo fra qua
dell’avvenire, crepitante come fuoco e cenère
che ardente, intensa intelligenza che il puh
sotto un vulcano ancora tranquillo nelle sue
blico scorda, sbrana, divora e qualche medic
superfici floride, vegetanti e cosparse die#gi
crità opportunistica che il pubblico eleve
nestre.
impingua ed arricchisce. Ottavio Mirbeau, i
Solo la moglie del Weihgast non si lasci
alcuni suoi dialoghi, aveva forse meglio deg
abbagliare dal luccicare delle fallaci appar
altri scolpito l’ inanità stopposa e flaccid
renze. Ben presto misuró a fondo l’albagsa
di certe fame accademiche, e le aveva fatt
ge la vacuità del marito; comprese, invece,
giudicare con sarcasmo brutale dai loro cag
che il Rademacher era un uomo ed un ars
merieri, meno copiosi nelle parole, ma pi
tista e fu amante sua per due anni. All’evo¬
incisivi nelie definizioni, di quelli delle com
cazione della pace e dell’agiatezza della casa medie di Alessandro Dumas figlio; in quest