II, Theaterstücke 16, (Lebendige Stunden. Vier Einakter, 3), Die letzten Masken (Der sterbende Journalist), Seite 18


alla sun serata donere: Fahlro non si Mlude
pit. cupamente chiuso nella sua tristezza
silenziesa. Ma al mediee che viene a fargli
la solita inutile wisita serale egli rivolge
runa preghiern. Sa di dover worite presto,
Tra poche ote. 10 sd,ose ne dusle Gep¬
po. pur che gli sin data la possibflitä di vo¬
dere ancora il recchio umtico Weingust e di
parlargi unsultima volla., II dottore. natu¬
censchte & Munda d chminare 1.
ralmente.
Weingost, un Docta celebre, una gloria let¬
serarin Pennese, Rademacher unpeila. e per
istogare ia stla impazienza Confida a Jach¬
Pert perche egli desideri questo supreino
incontro ecl celebre poetn. Non per alleile.
110: per odio e per vendetta. Egii, Rademu¬
cher, fü costretto durante auni e ani n
mentire sul suo glornate un eniusiasmne mer¬
#enarto per quel ripugnante e instidieso
ctarlatano; dovette tollerarne le #rie di pro¬
lezione, Tingombraute veniia, il vliupereso
arrivismio: ora. prima di morire. dopo avere
sciupata la superiorità del suo ingegno nel
mestiere della propria arte, egli hmtende
1 brendersi imalmente la rivinciiae gridure
in faccia al huffone ciö che ha sempre pen¬
sato di lui, e non questo solamente: per av¬
velenare la viin a lui che ancora vivra, vuol
gridargli in faccia che unche la signorn
Weingast ha sempre aruto sul conte del
marito le stesse opluioni di Rudemacher e
cile, mohi anni umanzi. 10 ingannd con
questo, per dispregio dell’ucmo dnsigne e
insopportabile al quale era legata..
Declamando la sua atroce invettiva allat.
store, che si prestg cortesemente à sostenere
ln parte di Weingasl tuttora assente, Rade¬
mächer si e inhlammato per un flitizio im¬
peto di energia, ma questa in breve si esau¬
risce nell’acensclamento piu profondo. Ed
ecco che arrirn U’eingast. un po’ sorpreso
per Tinattesa chiamata, poiche da tanto
tempo egli aveva perduto di vista questo
bravo e buon Rademacher., 1 due antiebi
camerati restano soli: il collogulo si trascl.
na lentamente, con und scambio di frasi va¬
ghe. convenzionali, di circestanza. Wein¬
gast diee a Rudemacher le consuete parole
di conforto, gli promette assistenza, gli da
notizie di se e dei suol lavori, fa glungere
sino a lui qualche eco della vita alache c
gloconda che tumultua fuori. L’altro rin¬
grazia, risponde a monosillabi, dichiara di
essere molto contento di aver veduto ancora
una volta il suo vecchio amico. Del rancore
che gli ha roso Tanima non dice verbo. 1#
to, & finita, per lui. Che gli varrebbe gione
per un istante del dolore dell'altro, se do¬
mani egli non sara piü:
Questo sconsolato quadro di morte 6 di
amarezza &, innegabilmente, un’opera d’arte
non volgare, benché nella scena dellinver¬
tiva di Rademacher à Weingast, rappresen¬
tato provvisoriamente dall’attore, riveli Tar¬
tificio un po' troppo Comodo della sua Strut¬
Ftura; arte ultraledesca, romanticn se mai ve
ne in una, heilinesoralmiita del pessinnsine
e nellindefinitezza postica della espressione.
Ma il pensiero che ha suggerito allo Schnitz¬
ler Ultime maschere superd ogni piu flessi¬
bile docilità di spettatori. E’ impossibile che
un pubblico tentrale si rossegni a ritener
vera und cosi disperata visione del mondo
e delle anime: infatti, comne lla osservato
benissimo Alfredo Oriani, mentre lindivi¬
duo, incatenato nella solitudine della lettu¬
ra dagli argonnenti di un Jibre, pud adaf¬
tarsi à consentire con il pensiero pessimista
del libro stesso, la folla, che ha sempre in¬
vincibili Tistinto colleitivo deila consenva¬
zione c il sentimento solidale della bonta
della vita, non accoglierà mai volentieri und
dipintura troppo violenta 0 tropco amara
di questa. I1 drammaturgo che si fa applau.
dire non etanto il drammaturgo abile quan¬
to il drammaturgo oftimista.
Cio spiega abbastanza come e perché Ui¬
tüme mdschere siano stäte ieri sern vivace¬
mente disapprovate, nonostante la forte e
meditata interpretazione che il Ruggeri die.
de della crudele flguna di Rademacher.
Al nuovo gatto, dello scrittore austriace,
Psegut unn graditissima resurrezione. Non So
Pda quumi aumi ie antiche, clnssiche Zampe
Pdi Mosca del Sardou non Jossero pin stäte
ariprese: a Roma. Fu oltimo consiglio ri¬
Tcondurle alla scena. Questa lieve, graziose
c ingegnosa commedia parve fatta apposta,
ier sera, per compensare il pubblico dell’im¬
Pressiole di pesunte mestizia che le Uitime
maschere gli avevano lasciata, L’esecuzio¬
ie avrebbe potuto, nei suo complesso, esser
pin sicura. Perfettamente recitarono la Bo¬
relli e dl Ferrero. La Borelli, nelle comme¬
die di stile elegante e leggero, e veramente
a posto e diventera eccellente. Corretto e
pincevole interprete della caratteristica par¬
te di Punhore fu il Campa, un glovine che
ha compiuto notevoll progresst.
Per venerdi si annuncia le speitagele
nore di Lyda Borelli, con gli manti di
Donnay.
Giulio De Frenzi.
ETEATRI
Irl. 5 Ultime maschere“
Carlo, giornalista, & morente all’ospedale
echiede al dottore di poter rivedere un amd
co, della giovinezza, Alessandro. La vita d#
Carlo é stata tristissima; quella di Alessan
dro, felice. Carlo sentiva di avere piu inge¬
gno e piü onestà di Alessandro, la gloria
di scrittore del quale é materiata di vanità e
d. volgarità: ma intanto per Alessandro la
continua ascensione, per Carlo il precipitare
continuo.
Cosi Carlo ha odlato, odia Alessandro. E
allora, tanti anni fa, ha cercato di offende¬
re in un impeto di rivolta quella fortuna
di Alessandro che a lui pare inglusta: ed
e stato l’amante della moglie di Alessandro.
Nelle ore estreme vuol buttare in faccia ad
Alessandro, che ignora, T’oltraggio: avvele¬
nandogli ogni gioia.
I due amici d’un tempo ei rivedono. Ales¬
sandro è ricco, celebre, marito sicuro, babbo
e nonno beato; Carlo, all'ultimo passo di una
esistenza straziata: di dolore e di miseria,
tanto piü sentitl quanto pin, per l’ingegno
e per l'anima, Carlo era nato a migliore de¬
Istino. Alessandro e Carlo si rivedono. Final¬
mente. Ed ecco: nulla di quanto voleva dice
piu Carlo ad Alessandro. Lo guarda lunga¬
mente, fiso... Gli stringe la mano che l’altro
gli tende., A che vale! Alessandro & nella
vita, ancora: ed egli, Carlo, ne & già lon¬
Questo il dramma: un atto dello Schnitz¬

ler, che Cesare Levi. tra i migliork
eatro, ha tradotto. Losservazione é a¬
mara, ma precisa: ed è bene nel quadretto
animata. Pure é sciupata a un punto, e non
si intende perche, da un artifizio troppo da
laboratorio teatrale. Quel segreto dei tanti
anni di Carlo, tutta la vita d’angoscha, è ri¬
velato da Carlo a un povero ammalato, un
tisico che avrà si e no qualche altro giorno
di vita. E fin qui nulla di falso. Il falso pro¬
Trompe quando il tisico, ch’é un comico, con¬
siglia a Carlo di far la prova del colloquio
che avrà con Alessandro: e Carlo fa la pro¬
va, accompagnata dai crescendo e dai dimi¬
nuendo dall'attore indicati. Si dirà: — ap¬
— No, lasciamo
punto quella & la trovata.
andare: appunto quello é l’errore, T'artiflzio
che sciupa.
II pubblico del = Valle =, calato il eipariof
debolssimo ter
disapprovo, soffocando un
tativo di applauso.
z. Börter.