II, Theaterstücke 9, (Der grüne Kakadu. Drei Einakter, 3), Der grüne Kakadu. Groteske in einem Akt, Seite 123

ruene Kakadu
9.3. Dei
dnd aseeesesesstssterestesteenerastersteeteesteeeraen e
bos 15/2

che nella elo¬
#flcace espres¬
e il fascino
seuole e T’eb¬
cio della fede
vanità delle
stuto, la gioia
rte.
te. l’arte del
cialmente ai
te sostenere.
omnpe la teo¬
ientre — per
astratte con¬
ciale non si
a di classi:
he dovrebbe
ciali, e T’elo¬
rebbe essere,
ae stromento
erre lecite in
tromento per
10 scopo im¬
sse conces90,
bbandonarei
ertamente ci
ciale in cul,
li, dismesse
Vermata do¬
i cittadini,
tessero altro
Nera paroia,
Joni di cia¬
millennt, le
quando gli
ächezza, di¬
Ibisogno di
à mezzo di
Jquesti, per
Ja terra la
accompa¬
Eloquenza.
nsacro Or¬
con la. ga¬
zisi, abita¬
onde si
Jeoni
Tebani
rde, ond
mura col
usiasm o.
evano al
stre, ami¬
P0 d Col-
ovra ie
'e Giam¬
an sein¬
quenza
bgatrice
rafflgu¬
stata di
pi dob¬
gentile,
agione,
vi2i0,
iei
cologo
5, sera:
tomobili
lie espe¬
teologo
il punto
li un ci¬
1ffo ver¬
er mez¬
corde.
ressione
esi s’in¬
pesi si
cia su
che essi
mpressa
ide sem¬
mperfe¬
rono di
State al¬
itenterà
ih
io:
aggres-
lle Suf¬
n0 alla
sith ed
bra as¬
ile vio¬
sterven¬
uffragi¬
ta folla
irchè le
uta del
dno di
lel mi¬
bolizia
70. Fu
1u
(7
Iro gli momini, sono mirbili Je do1#e, e a¬
chie mobili, secendo Francesco Maria Plave
n
e F T. Marinetti. La questione tuttavin e
grave; non sé come ½o Schnitzler T’abbia ri¬
soluta, perche non conosco la sua ccimme¬
dia: e moito probabile non Tabbia risoluta
La prima
affatto.
che ha avmn
Dello Schnitzler il critico Witkowski, ch’é
uno dei m
un critico alnarognolo, dice questo: : Vivo¬
la Geimani
no in Jui la molle comoda aglatezza della
primato de
vecchir. Vienna e la frivolità della metropoli
opere di St
moderna, unite tutte e due e intimamente
alla Salom
perché cresciute tutte e due dello stesso fon
ri sera al
do fel carattere popolare, neiia sua sostan¬
tra, vivam
za immutato . Un bel giro di pardle, alla
musicale.
tedesca, di cui lascio responsabile il seMlo¬
Strauss e
dato amarognolo Witkowski.
sahmente; in
Nel Pappagallo Verde non siamo à Vienna
sta ha il eu
mollemente agiata e modernamente frivola,
addirittura
ma a Parigie la sern del 14 luglio 1789, ch’é
contro i suc
una sera famosa. Siamo in una strand este¬
Elettr- i su
rare ii pubá
ria all'insegna del Pappagallo Verde, ove
te del bizza
Prospero, oste, serittura attori perchè fac¬
nuto delle
ciano tipi e simulino azioni della mala vita:
L’ultima
i signori aristocratici, quelli cie si voleva¬
é stata tent
no inandare alla lanterna é si manderanno
Vie del Bes
po' alla ghigliottina, la förquentano, sono
II pubbiis
minacciati, insultati, sanne cir’é un ginoco
ansiosissin
e ei prendono gusto. Accade che un attore,
La salaf
Errico, il quale s’era sposato il di innunzi
spetto solé
con Leocadia, attrice della Porte Sainf-Mar¬
Sassonia,
tin, finge merawigliosamente d’avere am¬
viso impec
mazzate Tamante della moglie, tantc che
principe G.
tutti gli credono, perché tutti sapevano che
quale& un
la detta signora non si risparmiava certi
Serta.
spassi e che singolarmenie non riflutava le
sue grazie d un duca di Cadignon. E gli di¬
piu alta sot
cono: Hai fatto bene! Allora Enrico capisce
tellettualità
e uccide veramente i1 duca.
Intanto ia Bastiglia & presa e T’allegriae
nali di tutt.
e vi erano
universale. Ceine si posra passare dalla fin¬
tici musical
zione allla verità ci avevano di già insegna¬
Riccardo
to gli autori della Femm# de Tabarin, del
la sua
Dramma Nuovo, e aniche del libretto dei
1
Pagliacci: id g.radro delle Schitzler non ha
niente di straordinario e non significa u¬
la e dovrehbe passare senza infamia e sen¬
za lode. II pubblico volle disapprovardo: po¬
teva anche approvarlo e le cose sarebbero
rimnaste allo stesso punto. Debbo tuttawie
notare che le macchiette degli aristocratic
sono fatte con gusto e con felice senso sto
rico: la loro inconcepibile storditagemne,
loro fenomenale leggerezza sono ritratte cor
molta fedeltà: paiono i borghesi dell’oggi,
i quali si meriterebbero da sorte degli ari¬
stocratici d’allora e anche peggio, tanto so¬
no ciechi 9 sordi e stupidamente innamo¬
rati e rispettosi dei loro nemici: fortuha
che questi, sino a ogst. si palesano meno a¬
bili, piu flacchi, piu parolai, piu wuoti, e
non dico poco, di quelli che nel 1789 e negli
c
anni seguenti fecero le prime e splendide
in conf1
prove liberalie umanitarie.
quelle che i
Sofoclee di#
4
di Crebillon,
stro. Egli has
Ma lasciamo stare la politicae veniamo
di un atto n#
agli Efetti di luce di Lucio d’Ambra: que¬
tragedia gr
sta comminedia fu gia rappresentata sulle sce¬
e trittoieu
ne dell'Argentina: adesso vi torna, reduce
ia, lapps
da un ottimo successo riportato a Vienna,
da —un’oper
proprio nel momento, & da notare, in qui
derna di cont
divampawano le maggiori ire anti-italiane.
lo non screi
La riproduzione fu fortunata: il pubblico si
ture di tütto
diverti molto al primo atto ch’é quanto mai
facciano cosi
grazioso: il dialogo e spiritosissinno e finis¬
me la Salo
simo, la postzione assai piccante, la con¬
dotta scenica sapiente, facile, tutta brawura. di Hoffmann
solo nella clt
Piacque pure il secondo atto, ma meno: e
biente regäle
troppo precipitato di fatti: l’autore he avu¬
gono, nel ##t#
to troppa freita di conchiudere. Si sente
t0 — una andi
che qualche cosa manca: chi sa? Un terzo
sa delle due
atto. La commedia finisce col lasciare un'im¬
lussuria ed El
pressione di farsa, e questo non era, non
entrambe con
poteva essere negl’intendimenti del d’Ambbra.
bersaglio del
Emilia Varini wappresento la parte della
scono sparger
marchesd Aund con molto garboe con un'e¬
cui vivono, has
leganza veramente signorile: la Carloni-Tal¬
quasi Isicame
li fu un'assai brava Rosina Montegutt, e il
Erà naturale,
Dondini e il De Antoni ebbero applausi e li
che im maestr#
meritarono. Effetti di luce fu interpretato
creatura di W.
molto megli del Pappagallo Perde.
quella di Hoffr#
Questa sera si sarebbe dovuto replicare lo
L’unico atto
spettacolo, ma il teatro é chiuso per malat¬
sica, compres,
tia d'un attore. Quanto prima L’Edera. dram¬
dura undora e
ma dell’illustre scritrice Grazia Deledda,
parti sonc dis
tratto da un suo romanzo, e scritto in colla¬
prano dramm
borazione di Camillo Antona Traversi. Ecco
no; " La Reg.
una novità interessante che richiamerà pub¬
ste v, tenore:
blico all' Argentind.
Un particol:
Molte cose dovrei raccomandare: mi li¬
lektra, salvo
mito oggi a una cosa sola e non poco rile¬
scena mentre
vante: raccomando cioe una maggior bre¬
poi durante 11
vità d’intermezzi. Quelli che si usano al¬
rottamente flt
Targentind sono d’una lunghezza inverosi¬
forse, in eui
ramma rima
mile ed esasperante. II pubblico perde la
alla fine; ed e
pazienza e ha tutte de ragioni del mondo.
cile.
DOMENICO OLIVA.
pezzi piü
duetti. La nuc
La“ Butterfly , al Costanzi
ge il cilmin
II finale dell“
ni sera, in ottava d’abbo