II, Theaterstücke 9, (Der grüne Kakadu. Drei Einakter, 3), Der grüne Kakadu. Groteske in einem Akt, Seite 304

Der
ruene Kakadu
9.3 e e e ee e e e ee
box 15/4
e
Bontà evangelica che nell’arte tol¬
stoiana ha note di profonda umanila
e che — ecco l’esempio di ció che
possa sul cuore di un uomo — colpt¬
re il vagabondo piü di un'atroce sfer¬
zata, fa sgorgare dai suoi occhi la¬
grime di vergogna e di pentimento, e
gli fa lasciare i pacchetti sul tavole
come se gli scottassero le mani.
II quadro é realistico, ma il suc
significato é moraleggiante. Conser¬
vail profumo di un'arte che si pro¬
poneva di far nascere il bene dalla
rappresentazione del male. Vi sonc
nella mmmedia tratti tipici, caratte
ristici che gli esecutorl hanno resc
con una leggera sfumatura di steatre
Frussos specialmente in certe vivacis¬
sime controscene. Alessandro Moissi
ha dato una leggera e vivida vacui¬
ta al spassanter: ora umile, ora
burlesco, ora ardito mu sempre nel¬
le linee di una decadenza morale
che non tenta di nascondersi o di
infingersi. La Capodaglio, in una
raccolta flgura di vecchia madre, la
Fabbri nella franca esasperazione
della moglie, il Torrini, il Bertrame
e gli altri furono evccati piu volte al
proscenio col Moissi.
A ben altro genere appartiene I
pappagallo verde di Arturo Schnitzler.
E una vampata di tragica ironia nel¬
la quale si possono ritrovare non po¬
chi motivi delle piu moderne ten¬
denze teatrall. E' uno Schnitzler su¬
peratcre delle sottili analisi psicolo,
giche di Anatol che nello studio de:
rapporti fra i due sessi non ha atte
1s0 Freud per intuire le cupe ombre
del sub-cosciente e per guardare fine
in fondo, con spietato senso realisti¬
co, neil’anima del suo protagoniste
II quale é poi un attore del 1789 che
mel clima ardente della rivoluzione
confessa la sua povera essenza d’uo
mo: geloso della sua amante, cono
scendone gli infniti tradimemi s'#
accontentato di essere per lei, sem
pre assetata di nuove esperienze
amorose, il rifugio dopo ogni delusio¬
ne e dopo ogni sazietá.
Nella taverna all’insegna del Pap¬
pagallo verde l’oste, un ex-capocomi“
co, raccoglie la notte attori ed attricf
di inflmo ordine perché recitino d’i¬
Istinto e di invenzione le parti pitl¬
lorripilanti dinanzi a un pubblico di
laristocratiei in cerca di emozioni:
ichi finge di urlare i suoi rimorsi, chi
esalta i suoi flnti delitti, chi profetiz¬
za la imminente rivoluzione. Uina#
sera Henri, che é l’attore preferito,
larriva sconvolto e confessa di aver
ucciso il duca di Cardignac, l’ultimo
amante di colei che per tanti anni
lera stata l’ossessione della sua carne
ie da poche ore era sua moglie. Di¬
ventata la sua donna, non ha saputeh
piü frenare la gelosia. La sua terri¬
bile esaltazione ha l’accento della ve¬
rità. L’oste gli rivela, allora, chei
egli sapeva della tresca. Ma Henris
aveva finto. La verità, prima solo
presentita, gli é insopportabile e al-
l’apparire del duca lo uccide. Ing
quell’ora stessa il popolo invade la
Bastiglia. E' manifesto nel drammaf
l’incrociarsi dell'’essere e del parere.
motivo che ha avnto nel teatro gliß
Interessanti sviluppi che conosciamo.
Henri quando finge. ma ascoltando
se stesso, assume gli aspetti teatrali
di unn veritü tragica; quando agisce,
1I sno tormentato vion ###esncenpa¬
mente all'azione. Uno sciagurato che
ha ucciso una zia, seritturato dall’o¬
ste per racontare il suo delitto, non
sa farlo con gli atteggiamenti dram¬
matici degli attori che inventano. La
ve.itä e destinata sempre a rimanere
in fondo agli abissi dell'anima.
Alessandro Moissi era Henrie nel
racconto dell’immaginario delitto si
& servito della sua tipica tavolozza
raggiungendo arditi effetti di esalta¬
zione drammatica e di intima ango¬
a. Gli altri numerosissimi esecuto¬