iebelei
5. Dunennnn
box 13/2
Cristina, dove assisliamo alla baldoria di
due ricchi sludenti e di duc povere fan¬
ciulle.
Siamo sull'orlo di una indefinibile ca¬
lastrofe:e parole vaghe Tannunziano.
Piccoli misteri sovrapposti abilmente l’u¬
no all'altro creano L’ombra glei greve pre¬
sagio anche sopra il fulgrr, della mensa
imbandil spensierato festino.
Fritz é innamorato di und signora Spo¬
sala:e il euo amico Teodoro e molto in¬
quieto per lui. Si parla di partire: si
parla anche di due belle flgliole che de¬
vono presto giungere nella casn di Fritz
eche serviranno per dimenticare.
Ma T’incubo permane. Alle parole ar¬
denti d’amore della piccola Cristina, Fritz
non risponde. II faseino pauroso e vo¬
luttucso Gell'altra & nell’aria. Cristina rap¬
presenta un dolce riposo, forse un po'
di fede, certo un po’ di luce nel crepu¬
scolo torbido che opprime lo Spirito dis!
quel ragazzo inquieto.
Un primo atto, un po' lungo ma pieno
di sapienti e spesso necessari indugl, pur
rappresentando un convito notturno di
1
quattro giovani, é senza letizia. Anzi la
lelizia, se tenta di afllorare, stride come
una lima zul vetro.
Ho detto che comincia la techica dei
presagi e delle intuizioni, forse per con¬
trapporre un nuovo teatro al teatro dei
contrasti troppo sonanti e troppo vivaci.
II festino é interrotto da una scampanel¬
lata: luguhre, bieco, con un pacco di let¬
tere in tasca, si presenta e chiede di par¬
lare a quattro occhi con Fritz il marito
della sud amante.
Un duello: un tragico duello di allora.
Sappiamo che Fritz cadrà colpilo a!
cuore sübito: ma l’autore ci conduce at¬
traverso i palpiti, le incertezze, le malin¬
conie, i presagi della sua Cristina.
E ci fa conescere la romantica vila di
costei, nella soffitia povera, accanto al
vecchio padre violinista d’un teatro di
operette, artista fallito che compone un
altare sotto il calco di Beethoven.
Cristina s’é data a Fritz sull’orlodel
baratro, con giola cosciente, con amore
sconfinato. Sente il bulo del fondo, ma
si estina a guardare Je stelle: trema e
s’aggrappa.
Nei cuppi silenzi di Fritz qualche cosa le
sfugge. II duello & imminente, e si parla
di partenza. Una parola é detta g.addio?
nell'ora del distacco. L’amico Teodoro é
gelido, impacciato, nerveso. Non occorre
parlar chiaro alla piccola, attraverso un
baleno ella vede la flne. Non sa quale, non
sa come: ma s’abbatte con un grido at¬
traverso la soglia della soflitta.
Fritz é morto: é caduto colpito al cuo¬
ree gli amici giè lo hanno sepolto. Tulli
sanno. Anche il vecchlo padre sa; e Cri¬
stina vive ignorando, ansiosa. perplessa.
Col dolore della rivelazione prorompe
la gelosia furibonda: Frilz é morto per
un'altra. Ma non potrà questa gelosia po¬
stuma sanare la passione, Cristina s'e
votata donandosi: non é donna che pos¬
sa sopravvivere. II dramma si chiude con
Pil preannunzio della fine anche di questa
giovinezza esaltata dall’amore.
Ripeto: l’opera é interessante plü per
la sua tecnica che per la eua sostanza.
E piü che i caratteri in una indetermina¬
tezza voluta e continua di tinte, contano
i sentimenti.
Cristina soltanto balza fuori viva so¬
stenuta dall’impeto. Edé personaggio non
eccessivamente complesso, ma diilicile da
rendere nella fremente follia del suo volo
sentimentale.
Kiki Palmer dunque, ha affrontato la
diflleile battaglie impegnando nervi, vo¬
lontà, talento e cuore. Nei due urli del
secondo c del terzo atto la sforzatura mi
parve eccessiva: ma nel trepidare del¬
Tattesa, nella perplessità di certi indugi,
nella grazia istintiva di una passione che
si alimenta di fede e di luce, lu sua gio¬
vane arte mi parve perfetta.
Meritato per cio il stecesso, che despo
il secondo allo e dopo il terzo il pubblico
volle tributare vivissimo.
Ugo Ceseri disegnó il vecchle violi¬
nista dolente e rassegnato, deluso dalla
vila e sorreilo dalla plü tenera devozione
paterna, con una misura sccellente: sch¬
zu calcare, come era facile, la mano;
sllorande anzi le battute piü gravi con
#u di umanità commosso e sincero.
Motto Nue Rossana Masi e la signora
Riva in una parte caratterizzata di aci¬
dula e pettegola consigliera: Giulio Oppi
ed Enzo Biliotti devono essere ricordati
con lode.
Quattro chiamate dopo il primo alto,
sei dopo il sccondo, moltissime alla fine.
E le repliche cominciano.
g. r.
5. Dunennnn
box 13/2
Cristina, dove assisliamo alla baldoria di
due ricchi sludenti e di duc povere fan¬
ciulle.
Siamo sull'orlo di una indefinibile ca¬
lastrofe:e parole vaghe Tannunziano.
Piccoli misteri sovrapposti abilmente l’u¬
no all'altro creano L’ombra glei greve pre¬
sagio anche sopra il fulgrr, della mensa
imbandil spensierato festino.
Fritz é innamorato di und signora Spo¬
sala:e il euo amico Teodoro e molto in¬
quieto per lui. Si parla di partire: si
parla anche di due belle flgliole che de¬
vono presto giungere nella casn di Fritz
eche serviranno per dimenticare.
Ma T’incubo permane. Alle parole ar¬
denti d’amore della piccola Cristina, Fritz
non risponde. II faseino pauroso e vo¬
luttucso Gell'altra & nell’aria. Cristina rap¬
presenta un dolce riposo, forse un po'
di fede, certo un po’ di luce nel crepu¬
scolo torbido che opprime lo Spirito dis!
quel ragazzo inquieto.
Un primo atto, un po' lungo ma pieno
di sapienti e spesso necessari indugl, pur
rappresentando un convito notturno di
1
quattro giovani, é senza letizia. Anzi la
lelizia, se tenta di afllorare, stride come
una lima zul vetro.
Ho detto che comincia la techica dei
presagi e delle intuizioni, forse per con¬
trapporre un nuovo teatro al teatro dei
contrasti troppo sonanti e troppo vivaci.
II festino é interrotto da una scampanel¬
lata: luguhre, bieco, con un pacco di let¬
tere in tasca, si presenta e chiede di par¬
lare a quattro occhi con Fritz il marito
della sud amante.
Un duello: un tragico duello di allora.
Sappiamo che Fritz cadrà colpilo a!
cuore sübito: ma l’autore ci conduce at¬
traverso i palpiti, le incertezze, le malin¬
conie, i presagi della sua Cristina.
E ci fa conescere la romantica vila di
costei, nella soffitia povera, accanto al
vecchio padre violinista d’un teatro di
operette, artista fallito che compone un
altare sotto il calco di Beethoven.
Cristina s’é data a Fritz sull’orlodel
baratro, con giola cosciente, con amore
sconfinato. Sente il bulo del fondo, ma
si estina a guardare Je stelle: trema e
s’aggrappa.
Nei cuppi silenzi di Fritz qualche cosa le
sfugge. II duello & imminente, e si parla
di partenza. Una parola é detta g.addio?
nell'ora del distacco. L’amico Teodoro é
gelido, impacciato, nerveso. Non occorre
parlar chiaro alla piccola, attraverso un
baleno ella vede la flne. Non sa quale, non
sa come: ma s’abbatte con un grido at¬
traverso la soglia della soflitta.
Fritz é morto: é caduto colpito al cuo¬
ree gli amici giè lo hanno sepolto. Tulli
sanno. Anche il vecchlo padre sa; e Cri¬
stina vive ignorando, ansiosa. perplessa.
Col dolore della rivelazione prorompe
la gelosia furibonda: Frilz é morto per
un'altra. Ma non potrà questa gelosia po¬
stuma sanare la passione, Cristina s'e
votata donandosi: non é donna che pos¬
sa sopravvivere. II dramma si chiude con
Pil preannunzio della fine anche di questa
giovinezza esaltata dall’amore.
Ripeto: l’opera é interessante plü per
la sua tecnica che per la eua sostanza.
E piü che i caratteri in una indetermina¬
tezza voluta e continua di tinte, contano
i sentimenti.
Cristina soltanto balza fuori viva so¬
stenuta dall’impeto. Edé personaggio non
eccessivamente complesso, ma diilicile da
rendere nella fremente follia del suo volo
sentimentale.
Kiki Palmer dunque, ha affrontato la
diflleile battaglie impegnando nervi, vo¬
lontà, talento e cuore. Nei due urli del
secondo c del terzo atto la sforzatura mi
parve eccessiva: ma nel trepidare del¬
Tattesa, nella perplessità di certi indugi,
nella grazia istintiva di una passione che
si alimenta di fede e di luce, lu sua gio¬
vane arte mi parve perfetta.
Meritato per cio il stecesso, che despo
il secondo allo e dopo il terzo il pubblico
volle tributare vivissimo.
Ugo Ceseri disegnó il vecchle violi¬
nista dolente e rassegnato, deluso dalla
vila e sorreilo dalla plü tenera devozione
paterna, con una misura sccellente: sch¬
zu calcare, come era facile, la mano;
sllorande anzi le battute piü gravi con
#u di umanità commosso e sincero.
Motto Nue Rossana Masi e la signora
Riva in una parte caratterizzata di aci¬
dula e pettegola consigliera: Giulio Oppi
ed Enzo Biliotti devono essere ricordati
con lode.
Quattro chiamate dopo il primo alto,
sei dopo il sccondo, moltissime alla fine.
E le repliche cominciano.
g. r.