uene Kakadu
De
9. 3. 61 — nene
box 15/2
Holal.., lü! Ahl dte queule, cte binette!
Holdt lü! Ab ##ie queule au it al
Si tratta dunque di una delle tante curiositä
della vita parigina che ormai fa andare in vi¬
sibilio soltanto i provinciali avidi di emozio¬
ni nuove e di piaceri strani.
Arturo Schnitzler, un brillante commedio¬
grafo viennese, che ha, per suo fortuna, pochi
contatti con la letteraturn drammatica del suo
paese, e molti con quella della Francia, com¬
mettendo forse una infedeltà cronologica, ha
immaginato un ritrovo al tempi della rivolu¬
zione, sul tipo del cabaret Bruant, ed ha fat¬
to provare al frequentatori dell'osteria del
Pappagallo verde sensazioni presso a poco u¬
guali a quelle che si procurano tanto facilmen¬
te gli odierni habitues del bizzarro caffé di
Montmartre.
La commedia dello Schnitzler dopo Vienna
fu riprodotta a Parigi, al teatro Antoine, ma
mi pare che essa avrebbe trovato una sede piu
naturale tra le anezze comico-drammatiche
del Grand Guignol.
Infatti l’atto unico che abbiamo udito ierse¬
ra all’Argentina altro non & che una fantasia
umoristica, nello svolgimento, con un improv¬
viso scoppio tragico nella soluzione.
Tuttavia il Pappagallo verde si ascolta con
interesse e con curiosità, per quanto le sorpre¬
se della favola siano poche; ma l’autore vien¬
nese possiede innegabilmente il senso del tea¬
tro, ed i contrasti che egli ha sceneggiato,
anche se non sonn rigorosamente storici, e se
troppo si ravvicinano a quelli recenti del ca¬
baret Bruant presentano all’occhio dello spet¬
tatore delle inaitese attrattive.
Lazione si svolge la sera del 14 luglio 1789,
nell’osteria di un certe Prospero. Costui era
stato in origine capocomico e per attirare av¬
ventori nel suo esercizio el Pappagallo ver¬
de faceva eseguire, ogni se.a, dai suoi antichi
compagni di teatro delle scene in cui essi si
fingevano malfattori, e raccontavano ad alta
voce lé loro gesta delittuose insultando spesso
i frequentatori che invece di offendersi li in¬
coraggiavano a proseguire. Molti nobili e
perfino qualche dama, alla ricerca di emozio¬
ni, si recavano al Pappagallo verde mescolan¬
dosi ai finti ladri ed assassini ed udendo i lo¬
ro racconti raccapriccianti.
II Schnitzler ci presenta, forse un po’ troppo
prolissamente una di queste scene, nella quale
si distingue in particolar modo il vecchio co¬
mico Enrico. Egli giunge all'osteria tutto tra¬
felato e narra, ritraendo grandi effetti dram¬
matiei dal suo racconto, come poco prima ab¬
bia ucciso il duca Emilio di Cadignan, avendo¬
lo sorpreso tra le braccia di sua moglie. Ma
il duca era veramente l’amante della moglie
di Enrico che apprende dagli astanti la sna
sfortuna coniugale dopo che ha terminato
il racconto della finta uccisione. E siccome
in quel momento comparisce lo stesso duca
di Cadignan, ora Enrico non recita piü, ma
agisce sul serio, e precipitandosi su di lu:
Zo trapassa con un pugnale.
Ma di fuori tuona il cannone; la Bastiglia 8
eistata presa dal popolo, e gli aristocratici de¬
ivono salvare la propria vita.
Cosi, inentre cala la tela, Enrico che ha uc¬
ciso un duca diventa un eroe ed & portato in
trionfo dai suoi amicl.
La nuova commedia é stata recitata con vi¬
vace fusione da tutti gli artisti della Stabile,
specie dal Dondini, dal Mascalchi, dal De An¬
toni, dalla Dondini Ada, dal Bissi, e dal Can¬
tinelli. Graziosissima la Rossi-Bissi che ripro¬
duceva una marchesa alla ricerca di avventu¬
re amorose e di emozioni drammatiche nell’af¬
fumicata sala Pappagallo verde.
Gli spettatori dell’ärgentind hanno applau¬
dito il nuovo lavoro con poco entusiasmo.
Migliore accoglienza ebbe invece la ripresa
dell' elegante commedia di Lucio d’Ambra Er¬
Jetti di luce, con la quale si chiuse lo spetta¬
colo.
Sm.
De
9. 3. 61 — nene
box 15/2
Holal.., lü! Ahl dte queule, cte binette!
Holdt lü! Ab ##ie queule au it al
Si tratta dunque di una delle tante curiositä
della vita parigina che ormai fa andare in vi¬
sibilio soltanto i provinciali avidi di emozio¬
ni nuove e di piaceri strani.
Arturo Schnitzler, un brillante commedio¬
grafo viennese, che ha, per suo fortuna, pochi
contatti con la letteraturn drammatica del suo
paese, e molti con quella della Francia, com¬
mettendo forse una infedeltà cronologica, ha
immaginato un ritrovo al tempi della rivolu¬
zione, sul tipo del cabaret Bruant, ed ha fat¬
to provare al frequentatori dell'osteria del
Pappagallo verde sensazioni presso a poco u¬
guali a quelle che si procurano tanto facilmen¬
te gli odierni habitues del bizzarro caffé di
Montmartre.
La commedia dello Schnitzler dopo Vienna
fu riprodotta a Parigi, al teatro Antoine, ma
mi pare che essa avrebbe trovato una sede piu
naturale tra le anezze comico-drammatiche
del Grand Guignol.
Infatti l’atto unico che abbiamo udito ierse¬
ra all’Argentina altro non & che una fantasia
umoristica, nello svolgimento, con un improv¬
viso scoppio tragico nella soluzione.
Tuttavia il Pappagallo verde si ascolta con
interesse e con curiosità, per quanto le sorpre¬
se della favola siano poche; ma l’autore vien¬
nese possiede innegabilmente il senso del tea¬
tro, ed i contrasti che egli ha sceneggiato,
anche se non sonn rigorosamente storici, e se
troppo si ravvicinano a quelli recenti del ca¬
baret Bruant presentano all’occhio dello spet¬
tatore delle inaitese attrattive.
Lazione si svolge la sera del 14 luglio 1789,
nell’osteria di un certe Prospero. Costui era
stato in origine capocomico e per attirare av¬
ventori nel suo esercizio el Pappagallo ver¬
de faceva eseguire, ogni se.a, dai suoi antichi
compagni di teatro delle scene in cui essi si
fingevano malfattori, e raccontavano ad alta
voce lé loro gesta delittuose insultando spesso
i frequentatori che invece di offendersi li in¬
coraggiavano a proseguire. Molti nobili e
perfino qualche dama, alla ricerca di emozio¬
ni, si recavano al Pappagallo verde mescolan¬
dosi ai finti ladri ed assassini ed udendo i lo¬
ro racconti raccapriccianti.
II Schnitzler ci presenta, forse un po’ troppo
prolissamente una di queste scene, nella quale
si distingue in particolar modo il vecchio co¬
mico Enrico. Egli giunge all'osteria tutto tra¬
felato e narra, ritraendo grandi effetti dram¬
matiei dal suo racconto, come poco prima ab¬
bia ucciso il duca Emilio di Cadignan, avendo¬
lo sorpreso tra le braccia di sua moglie. Ma
il duca era veramente l’amante della moglie
di Enrico che apprende dagli astanti la sna
sfortuna coniugale dopo che ha terminato
il racconto della finta uccisione. E siccome
in quel momento comparisce lo stesso duca
di Cadignan, ora Enrico non recita piü, ma
agisce sul serio, e precipitandosi su di lu:
Zo trapassa con un pugnale.
Ma di fuori tuona il cannone; la Bastiglia 8
eistata presa dal popolo, e gli aristocratici de¬
ivono salvare la propria vita.
Cosi, inentre cala la tela, Enrico che ha uc¬
ciso un duca diventa un eroe ed & portato in
trionfo dai suoi amicl.
La nuova commedia é stata recitata con vi¬
vace fusione da tutti gli artisti della Stabile,
specie dal Dondini, dal Mascalchi, dal De An¬
toni, dalla Dondini Ada, dal Bissi, e dal Can¬
tinelli. Graziosissima la Rossi-Bissi che ripro¬
duceva una marchesa alla ricerca di avventu¬
re amorose e di emozioni drammatiche nell’af¬
fumicata sala Pappagallo verde.
Gli spettatori dell’ärgentind hanno applau¬
dito il nuovo lavoro con poco entusiasmo.
Migliore accoglienza ebbe invece la ripresa
dell' elegante commedia di Lucio d’Ambra Er¬
Jetti di luce, con la quale si chiuse lo spetta¬
colo.
Sm.