9.3. Der
ruene Kakadu
„
K SEÖOLO KIX - GENONE
28 FEB. 1935
TEATRO PAGANIN!
L’ultima recita di Moiss
con 'II cadavere vivente,,
Schsgra Alessandro Moissi termina 1!
suß troppo beve corso di recite dedicato
lllal tpubhl#co genovese con und delle sue“
apiü grandi ed efficaci interpretazioni.
II cadavere vivente =, di Tolstoi.
Ieri sera, presente un bellissimo pub¬
blico (questa parteclpazione del nostro
pubblico alle recite moissiane convince¬
rá — speriamo — organizzatorie indu¬
striali dello spettacolo a considerare Ge¬
nova quale luogo di tappe un po' meno
alla scappa e fuggi, per Moissi e la sun
bella compagnia..), ci sono state offerto
Idue commedie che hanno sulla groppa
una bella catena di anni, ma che non
Terano ancora giunte, per quanto ci con¬
sta, alle nostre scene: 4 Tutto il male
vien di li di Tolstoi, es II pappagallo
[verde = di Arturo Schnitzler.
Nel primo lavöro, per aso di una den.
sa poesia travagliata e sofferta, Alessan.
dro Moissi ha composto una strana, allu¬
einante flgura di relitto #mano gettato
dalla deriva entro una # isba di mise¬
rabili contadin, russi; il giovane uomo
passa una sola notte nella stamberga,
riceve ospitalità, evita un dramma tra
moglie e marito, riparte al primo balu¬
Iginare dell’alba portando via due pac
chetti di té e zucchero; e acciuffato sta
Iper pagare cara la sua misera bricco¬
nata compiuta attraverso i fumi della
vodka s, ma le sue lacrime sincere
Vinducono i contadini al perdono: il pie¬
colo nomo Eprende il suo triste cammi¬
nosenza méta per le vie della sua terrg.
L’intima essenza della poesia tolstoia.
na (quanta umanità c’é in queste scene!),
Moissi l'ha resa perfettamente, con un
gioco scenzco mirabile di delicatezze, di
sottointesi, di trapassi affldati a una
mimica ora buffonesca ora acutamente
tragica che passa dalla infantilità pin
attonita al toni piü alti della desolazio
ne umana.
L’atto di Tolstoi si & chiuso tra le ova¬
ziont rivolte a Moissie ai suoi compa¬
gni, ovazioni che si sono ripetute alla
Ifine della serata, dopo l’esecuzione del
* Pappagallo verde (a Der gruene Ka.
kadu*), un atto di Arturo Schnitzler
che risale al 1899, e che non ci pare
metta in luce tutto il valore di chi ha
scritto Anatoliov e = Liebelei v. Co¬
munque queste scene, tendenti ad agita.
re il problema (##tutti i tempi) della
finzione e della realtà, del loro distacco
e dei loro punti di contatto, hanno Inte¬
ressato mercé l’interpretazione di Mois
si. che ha dato al finale una magnifica
progressione tragica, e dei suoi valorosi
compagn' tra i cuali ricorderemo l9
enodaglio, Ia Fabbri, il Campa, i1 Tam
Iberlani, il Bertramo.
Stasera, come si é detto, ultima recitalt
Tcon s Il cadavere vivente v.
box 15/4
SORNILE OI GENOVI
2 8 FEB.19
Due riesumaziont al “Paganinl,
Tolstoi e Schnitzler: due grandi
autori ma due commedlie, questa
volta, di importänza minore nella
loro produzione. Tutto il male vie¬
ne di lin é un atto di intonazione
cristiano-socialista, composto con
cura descrittiva e con qusiche buon
contrasto teatrale: ma il suo interes¬
se & piu cronistico-culturale che rap¬
presentativamente drammatico. Vi si
tratteggia una figura di vagabondo,
intinto di ideologia antiborghese, il
quale, avendo letto Marx, & convin¬
to che il furto sia soltanto un'espro¬
priazione e ruba in polemica contro
un capitalismo mal distribuito. I
proprietari dell'isba, che gli hanno
offerto alloggio, essendo da jui de¬
rubati, gli perdonano anziche de¬
nunciarlo, in nome della pietà uma¬
nae di una sostanziale comprensio¬
ne delle idee espresse.
II lavoro ha circa cinquant’anni,
appartiene al periodo in cui 11 Tol¬
stoi professava un socialismo di na¬
tura poetica, in contrasto con quel¬
lo ufficiale che predicava l’azione e
la battaglia; un socialismo aposto¬
lico culminante nella famosa formu¬
la tolstoiana della violenza assiva
(vedi la scena del vagabondo che
vince la furia del bruto offrendosi
per farsi schiaffeggiare) che é poi la
violenza del santi e dei misticl.
Mnutile sottolineare quant’acqua
sia passata in tanti schiumanti an¬
ni, e come il contenuto scciale del
lavoro sid ormai lontano da noi.
Per questo il nostro pubblico lo pud
let¬
ascoltare con
teraria.
II Mois
smo che
la minu
trovar
pena p
II Se
verde
Se n(
gia
una
mento
dalle ide
In un
e
smo eleg
ittu¬
della moda, qualc
1 risse
rato dall’oste, finge
belle
delirli per il u frisso
dame ignare della ghigliottina in
agguato. Qualcosa di simile prepa¬
rano ancora oggi i tavernieri di
Place Pigalle alla stupidità viziosa
internazionale.
Sempre per compiacere i presenti,
uno degli attori recita una gran sce¬
na di gelosia accusandosi di aver
ucciso l'amante della moglie; ma la
finzione é tanto ardente che, aven¬
dola scambiata per verità, T’oste
racconsola l’omicida rivelandogli,
senza volere, la reale tresca della
moglie. E allora l’attore uccide sul
serio.
L’assunto é tanto Chiaro — anti¬
tesi e composizione della veritä e
della finzione, del sognoe della vi¬
ta vera — che é inutile indugiarvisi.
Luigi Pirandello ha poi esasperato
e moltiplicato tutto ciö: ma al tem¬
po in cui apparve, nel novantotto,
il lavoro dovette certo fare grande
impressione. Esso é ancor vivo, ed
interessante oggigiorno.
II Moissi ebbe qui violenza, forza,
oia
ruene Kakadu
„
K SEÖOLO KIX - GENONE
28 FEB. 1935
TEATRO PAGANIN!
L’ultima recita di Moiss
con 'II cadavere vivente,,
Schsgra Alessandro Moissi termina 1!
suß troppo beve corso di recite dedicato
lllal tpubhl#co genovese con und delle sue“
apiü grandi ed efficaci interpretazioni.
II cadavere vivente =, di Tolstoi.
Ieri sera, presente un bellissimo pub¬
blico (questa parteclpazione del nostro
pubblico alle recite moissiane convince¬
rá — speriamo — organizzatorie indu¬
striali dello spettacolo a considerare Ge¬
nova quale luogo di tappe un po' meno
alla scappa e fuggi, per Moissi e la sun
bella compagnia..), ci sono state offerto
Idue commedie che hanno sulla groppa
una bella catena di anni, ma che non
Terano ancora giunte, per quanto ci con¬
sta, alle nostre scene: 4 Tutto il male
vien di li di Tolstoi, es II pappagallo
[verde = di Arturo Schnitzler.
Nel primo lavöro, per aso di una den.
sa poesia travagliata e sofferta, Alessan.
dro Moissi ha composto una strana, allu¬
einante flgura di relitto #mano gettato
dalla deriva entro una # isba di mise¬
rabili contadin, russi; il giovane uomo
passa una sola notte nella stamberga,
riceve ospitalità, evita un dramma tra
moglie e marito, riparte al primo balu¬
Iginare dell’alba portando via due pac
chetti di té e zucchero; e acciuffato sta
Iper pagare cara la sua misera bricco¬
nata compiuta attraverso i fumi della
vodka s, ma le sue lacrime sincere
Vinducono i contadini al perdono: il pie¬
colo nomo Eprende il suo triste cammi¬
nosenza méta per le vie della sua terrg.
L’intima essenza della poesia tolstoia.
na (quanta umanità c’é in queste scene!),
Moissi l'ha resa perfettamente, con un
gioco scenzco mirabile di delicatezze, di
sottointesi, di trapassi affldati a una
mimica ora buffonesca ora acutamente
tragica che passa dalla infantilità pin
attonita al toni piü alti della desolazio
ne umana.
L’atto di Tolstoi si & chiuso tra le ova¬
ziont rivolte a Moissie ai suoi compa¬
gni, ovazioni che si sono ripetute alla
Ifine della serata, dopo l’esecuzione del
* Pappagallo verde (a Der gruene Ka.
kadu*), un atto di Arturo Schnitzler
che risale al 1899, e che non ci pare
metta in luce tutto il valore di chi ha
scritto Anatoliov e = Liebelei v. Co¬
munque queste scene, tendenti ad agita.
re il problema (##tutti i tempi) della
finzione e della realtà, del loro distacco
e dei loro punti di contatto, hanno Inte¬
ressato mercé l’interpretazione di Mois
si. che ha dato al finale una magnifica
progressione tragica, e dei suoi valorosi
compagn' tra i cuali ricorderemo l9
enodaglio, Ia Fabbri, il Campa, i1 Tam
Iberlani, il Bertramo.
Stasera, come si é detto, ultima recitalt
Tcon s Il cadavere vivente v.
box 15/4
SORNILE OI GENOVI
2 8 FEB.19
Due riesumaziont al “Paganinl,
Tolstoi e Schnitzler: due grandi
autori ma due commedlie, questa
volta, di importänza minore nella
loro produzione. Tutto il male vie¬
ne di lin é un atto di intonazione
cristiano-socialista, composto con
cura descrittiva e con qusiche buon
contrasto teatrale: ma il suo interes¬
se & piu cronistico-culturale che rap¬
presentativamente drammatico. Vi si
tratteggia una figura di vagabondo,
intinto di ideologia antiborghese, il
quale, avendo letto Marx, & convin¬
to che il furto sia soltanto un'espro¬
priazione e ruba in polemica contro
un capitalismo mal distribuito. I
proprietari dell'isba, che gli hanno
offerto alloggio, essendo da jui de¬
rubati, gli perdonano anziche de¬
nunciarlo, in nome della pietà uma¬
nae di una sostanziale comprensio¬
ne delle idee espresse.
II lavoro ha circa cinquant’anni,
appartiene al periodo in cui 11 Tol¬
stoi professava un socialismo di na¬
tura poetica, in contrasto con quel¬
lo ufficiale che predicava l’azione e
la battaglia; un socialismo aposto¬
lico culminante nella famosa formu¬
la tolstoiana della violenza assiva
(vedi la scena del vagabondo che
vince la furia del bruto offrendosi
per farsi schiaffeggiare) che é poi la
violenza del santi e dei misticl.
Mnutile sottolineare quant’acqua
sia passata in tanti schiumanti an¬
ni, e come il contenuto scciale del
lavoro sid ormai lontano da noi.
Per questo il nostro pubblico lo pud
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II Mois
smo che
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della moda, qualc
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Place Pigalle alla stupidità viziosa
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Sempre per compiacere i presenti,
uno degli attori recita una gran sce¬
na di gelosia accusandosi di aver
ucciso l'amante della moglie; ma la
finzione é tanto ardente che, aven¬
dola scambiata per verità, T’oste
racconsola l’omicida rivelandogli,
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moglie. E allora l’attore uccide sul
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L’assunto é tanto Chiaro — anti¬
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Luigi Pirandello ha poi esasperato
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