II, Theaterstücke 9, (Der grüne Kakadu. Drei Einakter, 3), Der grüne Kakadu. Groteske in einem Akt, Seite 312

9. 3. Der
ruene Kakadu

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Là NAZIONE-FIRENE
2 MAR 1935
Due eprimes alla Pergola
JTutto il male vien di lis di Tolstoi
gl pappagallo verdes ui Schnitzler
Non folche cosa abbia indotto A¬
lessando Moissi a riprendere questa
piccolaj commeglia di Leone Tolstoi
4Tuttofil malg vien di lis, che anche
fra le st##fnoralitäz non é certo una
delle piü significative e convincenti:
probabilmente l’insigne attore vi ha
visto dentro un personaggio di quel¬
li che piü si attagliano al svo tempe¬
ramento drammatico e non ha resi¬
stito al desiderio d’interpretasio. Que¬
sto personaggio é quello di un vaga¬
bondo ie capita nell’isba di aleuni
contaa i, ne accetta la ospitalità e
mang e beve e racconta alcuni fatti
della na vita randagia di uomo nullo
ed umile, buono nel fondo, ma che 6
spinto a rubare (o meglio, nel suo
linguaggio ampolloso che non manca
di arguzia zad espropriares) quando
ha bevuto un po'. Tutto il male vien
di li, da quel dannato alcool che ac¬
cende le liti in famiglia, che fa gettar
via i denari alla povera gente.
All’alba, quando tutti ancora dor¬
mono, il vagabondo per non mancare
alle sue abitudini, porta via il tèe lo
zucchero della famigliola e #se ne va
insalutato ospite: rincorsoe malme¬
nato si sottopone al giudizio dei de¬
rubati: é disposto a prendersi anche
le busse: ma il contädino, vinto dalla
pietà della moglie, gli perdona e gli
dona la roba rubata. II vagabondo 6
umiliato dal perdono generoso e non
accetta il regalo: se ne va##cora nu¬
do e bruco per il mondo, con un po'
di tenerezza e di rimrianto nel cuore.
L’atto non ha che delle qualità di
colore e di ambiente, ma dà modo a
Moissi di presentarci una delle sue fi¬
gure caratteristiche di perseguitato
dalla sorte, che egli predilige. Se di¬
cessimo che ci abbia persuaso sempre
in tutte le sue attitudini e in tutte le
sue controscene, diremmo cosa che
non sentiamo: ma naturalmente i mo¬
menti in cui la sua arte, fatta di sot¬
tigliezze psicologiche e di trapassi in¬
telligenti, assurge a maggior comple¬
tezza, non mancarono. Wanda Capo¬
daglio caratterizzé con molto sapore
il personaggio di una vecchia contadi¬
na:Torrini recitó con esuberanza
alcoolica: il Bertramo e gli altri com¬
pletarono assai bene il quadro.
Di assai maggior rilievoe di altra
importanza artistica apparve II pap¬
pagallo verdes di Arturo Schnitzler,
un atto che gode di una meritata ce¬
lebrità nell’opera del grande scrittore
e che in Italia fu dato se ben ricordo
una sola volta molti anni fa all'Argen¬
tina di Roma.
In questo Cramma già si preannun¬
zia quel contrasto fra la finzione e la
realtà che doveva dar tanto da fare
agli autori moderni a cominciare dal
nostro Pirandello. Siamo nell’interno
di un gcabarets parigino, ai primordi
della rivoluzione francese, anzi in quel
fatale 14 luglio del 1789, che segnava
con la presa della Bastiglia, il „unto
di partenza della grande tragedia. Al
& Pappagallo verdes si recitano stra¬
ne scene macahre e terrorizzanti per
divertire un pubblico di nobilie di
vitaioli in cerca di forti emozioni. Men¬
tre fuori il popolo infuria contro la
nobiltà, al & Pappagallo verdle: l’oste
e i suoi artisti imprecaud contro i lo¬
ro spettatori, i quali si dilettano di
quelle inginrie ehe credono burlesche
ma chenascondono già nella loro for¬
ma teatrale un profondo senso di au¬