II, Theaterstücke 4, (Anatol, 5), Abschiedssouper, Seite 151

4.5. Abschiedssouner
box 8//2
Telephes 12.591.
„USSENTER
isterr. behördl. konz. Unternehmen für Zeitungs-Aussebs.
Wien, I., Concordiaplatz 4.
Vertretungen
in Berlin, Basel, Budapest, Chicago, Cleveland, Christianta,
Oenf, Kopenhagen, London, Madrid, Malland, Minneapolts,
New-Vork, Paris, Rom, San Francisco, Stockholm, St. Peters¬
burg, Toronto.
Scungeamm
Ausschnitt aus:
Gorneie a anes Bene
26. FE—.
vom
1
Chepisouis sohohtchsie, urr. Hotiele
* Cena d’ädeio „ di A. Schni

Al Teatro Minimo, che po
tastasto ripulito, ringentilito, lersera c’era
molta gente, una primd presso a poco: se¬
gno questo che il nostre pubblico comincia
a pregiare la nuova forma di spettacolo,
di cui un carissimo collega mio ha spiegato
in queste colonne i1 tipo e il funzionamen¬
to: l’idea del teatro a sezioni ci viene dalla
Spagnia e fu importata da Giulio De Frenzi,
dopo il suo recente viaggio sulle rve del
Manzanare, ove tante cose ha veduto e ha
narr ito con quello spirito tutto suo. Attuare
l’idea spettava a Nino Martoglio, che ha
tre bernoccoli: il bernoccolo del poeta, quel¬
lo del nmediografo e quello del direttote
di teatro.
Dunque il pubblico, frequentando 11 Meta¬
1 stasto, dà anhno al Martoglio a proseguife
nella sua impresa, destinata, do credo fei¬
mamente, a successo öttimo. II pubblico 1a
quello che avrei voluto fare io e mi rispar¬
mia quelle parole di premura e d’insistenza
che di certo sarebbero state adoprate da
me, ove giá non si fosse delineata la fortu¬
na di questo tentativo. Meglio cosl. I buoni
successi creati dalla critica hanno sempre
qualche cosa di artificiale: quelli sono so¬
stanziali e duraturi che sono anche spon¬
tanei.
Iersera non credevo a me stesso, andan¬
domene a teatro, verso le 22, senz'alcuna
dretta, senza quel palpito di giungere in ri¬
tardo, ch’é uno dei tormenti del mie me¬
stiere, il quale ne ha tanti: sapevc che, co¬
munque fossero andate le cose, sarei giunto
sempre a tempo. Altro beneficio dell’istitu¬
zione é quello che io posso essere melto
breve, beneficio per voi lettori, beneficio
sopra tutto per me che scrivo: se credete
che mi diverto a scrivere a lungo, vi lusin¬
ga un grave erröre.
Si rappresentarono Un episodio sotto i
terrore del Nozière, il chiarissimo collega
mio che collabora con tanto valore al Gau¬
lois. e Cena d’addio del viennese Schnitzler.
II dramma del Nozière é tratto dalla cele¬
bre novella del Balzac che ha lo stesso tito¬
lo novella ch’é un capolavoro e che ho ri¬
letto or ora, ritrovando emozioni giovanili
delle quali non mi credevo piü suscettibile:
11 maggior numero dei miel lettori ne cono¬
sce T’argomento: & inutile ch’io lo scrissi
narrandolo, anche a coloro dhe hanno il
torto di non conoscerlo. Quella stupenda
visione storica e sopra ogni cosa umana
ha perduto molto del suo pregio trasportata
sulla scena e arieggia il melodramma: mi
ha singolarmente fatto penosa impressione
il tipe del carnefice che va a implorare da
un prete ribelle una messa per l’anima di
Luigi XVI, ucciso da Jui poche ore prima;
a me parve del tutto svisato. Nella novella
ha'zacchiana & umile, é sottomesso, é dolce,
e quasi timido e pertanto inspira ammira¬
zione e pietà: qui invece é duro, é rigido,
esce in frasi solenni, discute intorno alla
pena di morte come un filosofo e un retore
da strapazzo, e finisce col diventare antipa¬
tico Dird che dl punto essenziale della no¬
vella, il momento che ei commuove e ci
fa fremere, & quello della celebrazione della
messa in una soffitta, al lume di quattro
piccole candele, nel silenzio profondo di
una Parigi invernale, stanca dopo una delle
sue piu torbide giornate rivoluzionarie? Di¬
ro che nel dramma la messa non si celebra?