III, Einakter 8, (Lebendige Stunden. Vier Einakter), Die letzten Masken (Der sterbende Journalist), Seite 60

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8. Die letzten Masken
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NUOVA RASSEGNA DI LETTERATURE MODERNE
Cronache drammatiche
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TORINo. — Aleune Premières.
Tentro Allieri, 15 dicembre. — Tre novità in una soln serata, non c’6
male; il teatro é quindi discretamente affollato, e l’attesa abbastanza nervosa.
La prima & Monsiynore in racanza) di Jules Claretie non piace; a malapenn
Tatto finiscee una salva di fischi la condanna inesorabilmente, non senza pero
qualche timida voce che mormori un perchel ed altre che perplesse si doman¬
dano se questa produzione in un atto meriti proprio una cosl ostile accoglienza.
In vero, come lavoro drammatico, essa vale pochino.
Monsignor Duret in gioventü ha portato fieramente la spada, ha danzato con
eleganza ai balli della sottopreisttura di Angère, e, timido come un collegiale, ha
pure teneramente amato senza osärlo dire, una giovinetta che ora non &altro che
In vedova Budin. Avendo creduto di essere trascnrato per l’umile sna origine, e
di veder preferito il signor Letournier, oggi ministro ed nomo influente, in un
momento di sconforto, ha abbandonata la carriera delle armi per quella del sacer¬
dozio nella quale é giunto fino alla dignità della mitria, beneficando a drittae manen
senz’ombra di solennita, ma coel per bisogno del sno cnore buono, anzi lascian¬
dosi a sun volta indurre agli innocenti peccati di gola, dei quali tutta la colpa
e della buona perpetua Maddalena, che lo circonda di beuessere e di mollezze.
Ora Monsignor Duret é in campagna, in una villa deliziosa, tutto assorto nella
voluttà della quiete edel riposo, trascorrendo da fine epienreo le ore delle sie¬
sta nel degustare una tazza di moka, in eui, per richiamarlo diabolicamente alle
idee profane di altri tempi, sembra si sia infiltrato un disgustoso sapor di ei¬
coria amaruccio anzi che no. Ed é cosl che quella famosa spade di allievo della
schola politecnica gli ritorna con troppa compiacenza nella memoria, e quasi
cio non bastasse, ecco che la signora vedova Budin, l'’eterea fanciulla dei balli di
altri tempi della Sottoprefettura. sopraggiunge. Ed allora fra le due sottane, quella
della vedova e del vescovo, s’intavola una lunga, troppo lunga conversazione,
tutta infiorata dei ricordi del passato, e dalla quale appare chiaro che Tamore
del giovane brillante non era punto sdegnato. Per cnritä non si creda
che a questo punto possa comineiare un dramma passionale. Sul tema grazioso
d’un antico & Valzer delle rose , si dilunga tutto un dialogo quale puo
esserlo quello fra una rispettabile signora, che scrive libri pei fanciulli, ed un
degno prelato. Anzi, quello che v'é di squisitamente delicato in esso, e che
certamente é sfuggito al pubblico, & l’ombra ascosa di galanteria un poco pre¬
ziosa, che aleggia intorno ai due venerandi personaggi. E poiché non é piu i!
caso di parlar di passione, pare che i sentimenti si raflinino nell' arguzia mi¬
surata delle frasi, nei timidi rimpianti di non essersi compresi, nella soddisfa¬
zione ancor prof.nda di non aver amato indarno quando le rose fiorivano
che Porchestrina della sottoprefettura rapiva nei vortici del ballo i vescovi che
allora portavano la spada, e le vedove Budin, i eui capelli eran biondi edi cui
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