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1. Panphlets, offprints
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REGENTI ROMANZI TEDESCHI
di notevole altro che una novella di Carlo Bleibtreu (1). II breve rac¬
conto non é scritto male; si confermano in esso le qualità stilistiche
che già fecero apprezzare le molte opere giovanili dello scrittore. Spe¬
cialmente quelle in cui dominano Byron e Napoleone, che furono per
cosi dire i demonici di Carlo Bleibtreu durante un non breve periodo.
Ma neanche in questa novella é quella perfetta maturità che pure si
sarebbe potuto ottenere in un'opera del Bleibtreu. Egli ha avuto troppa
facilità e non ha forse dato ai molti scritti pur pregevoli il tempo per
la conveniente meditazione.
In uno dei grandi balli (1893) della Concordia, la Società che halo
scopo di raccoglier tutte le forze intellettuali viennesi: artisti, lette¬
rati, attori, e in occasioni di festa forma un tutto colle varie aristo¬
crazie che di solito a Vienna stanno divise, ebbi la fortuna di cono¬
scere Arturo Schnitzler. II ballo, quell’anno
era riuscitissimo; il vecchio Strauss aveva
ritrovato un momento di brio giovanile
per scrivere un dei suoi giocondi valzer
uno degli ultimi pur troppol - Un arci¬
duca aveva degnato di sua presenza la
festa etroneggiava su'l podio tra uniformi
scintillanti e nudità candide di spalle. E
una folla varia gremiva l'ampia Sala Sofia,
i corridoi, i balconi, tra cui rameggiavano
alte palme e pendevano tappeti orientali.
Al ritmo affabile delle melodie straussiane,
passavanoe ripassavano le bellezze celebri
in quell’ora, le artiste acclamate, gli uomini
politici, gli scrittori piü in voga. Mi gui¬
dava cortesemente Rodolfo Lothar, allora
alle prime armi; etra il viavai della folla,
incontrato un gruppo di giovani, coi quali
Arturo Schnitzler.
ci soffermammo, ricordo tra loro lo Schnitz¬
ler. Un uomo piccolo, biondo, con occhi castani vivaci, semplicee
corretto nel vestire, nei modi, rifuggendo da troppo accurata eleganza.
La breve conversazione che pud farsi in simile occasione mi diede
pur modo di farmi apprezzare un ingegno svelto, originale, pronto.
corredato di quella varia coltura senza la quale oggi é impossibile
sotto certi riguardi - fare opera letteraria. Laureato in medicina,
1o Schnitzler aveva gia scritto Anatol, il lavoro in cui é esposta e stu¬
diata la responsabilità ipnotica. Non passo molto tempo che Liebelei
sopratutto,e Freiwild e Das Vermächtnis, che meno incontrarono il
favore del pubblico, mostrarono come nel giovane e riputato medico
fosse da riconoscersi uno dei piü brillanti ingegni di scrittore nel
quale T’energia dell’estetica realista era temperata da non comune deli¬
catezza di osservazione psicologica.
Aqueste opere teatrali lo Schnitzler presto fece seguire buone no¬
velle e buoni racconti, e nell’anno 1901 appunto un suo romanzoe una
(1) Der Terrat von Metz, von KARL Bueiranv. Stuttgart, Krabbe, 1901.
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REGENTI ROMANZI TEDESCHI
di notevole altro che una novella di Carlo Bleibtreu (1). II breve rac¬
conto non é scritto male; si confermano in esso le qualità stilistiche
che già fecero apprezzare le molte opere giovanili dello scrittore. Spe¬
cialmente quelle in cui dominano Byron e Napoleone, che furono per
cosi dire i demonici di Carlo Bleibtreu durante un non breve periodo.
Ma neanche in questa novella é quella perfetta maturità che pure si
sarebbe potuto ottenere in un'opera del Bleibtreu. Egli ha avuto troppa
facilità e non ha forse dato ai molti scritti pur pregevoli il tempo per
la conveniente meditazione.
In uno dei grandi balli (1893) della Concordia, la Società che halo
scopo di raccoglier tutte le forze intellettuali viennesi: artisti, lette¬
rati, attori, e in occasioni di festa forma un tutto colle varie aristo¬
crazie che di solito a Vienna stanno divise, ebbi la fortuna di cono¬
scere Arturo Schnitzler. II ballo, quell’anno
era riuscitissimo; il vecchio Strauss aveva
ritrovato un momento di brio giovanile
per scrivere un dei suoi giocondi valzer
uno degli ultimi pur troppol - Un arci¬
duca aveva degnato di sua presenza la
festa etroneggiava su'l podio tra uniformi
scintillanti e nudità candide di spalle. E
una folla varia gremiva l'ampia Sala Sofia,
i corridoi, i balconi, tra cui rameggiavano
alte palme e pendevano tappeti orientali.
Al ritmo affabile delle melodie straussiane,
passavanoe ripassavano le bellezze celebri
in quell’ora, le artiste acclamate, gli uomini
politici, gli scrittori piü in voga. Mi gui¬
dava cortesemente Rodolfo Lothar, allora
alle prime armi; etra il viavai della folla,
incontrato un gruppo di giovani, coi quali
Arturo Schnitzler.
ci soffermammo, ricordo tra loro lo Schnitz¬
ler. Un uomo piccolo, biondo, con occhi castani vivaci, semplicee
corretto nel vestire, nei modi, rifuggendo da troppo accurata eleganza.
La breve conversazione che pud farsi in simile occasione mi diede
pur modo di farmi apprezzare un ingegno svelto, originale, pronto.
corredato di quella varia coltura senza la quale oggi é impossibile
sotto certi riguardi - fare opera letteraria. Laureato in medicina,
1o Schnitzler aveva gia scritto Anatol, il lavoro in cui é esposta e stu¬
diata la responsabilità ipnotica. Non passo molto tempo che Liebelei
sopratutto,e Freiwild e Das Vermächtnis, che meno incontrarono il
favore del pubblico, mostrarono come nel giovane e riputato medico
fosse da riconoscersi uno dei piü brillanti ingegni di scrittore nel
quale T’energia dell’estetica realista era temperata da non comune deli¬
catezza di osservazione psicologica.
Aqueste opere teatrali lo Schnitzler presto fece seguire buone no¬
velle e buoni racconti, e nell’anno 1901 appunto un suo romanzoe una
(1) Der Terrat von Metz, von KARL Bueiranv. Stuttgart, Krabbe, 1901.
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