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box 36/3
Pamphlets, offprints
AkTURO SCHNITZLER
reso sul serio il suo
eche Toni Weber, la creatura amata dal povero morto, s’installi in casa
Pro innamorato apre
al posto di lui, é cosa che poco importa: ció che interessa al dram¬
piccolo borghese,
maturgo e il metter in luce quali sentimenti si agitino in quella famiglia
della donna sedotta
borghese di fronte a una situazione cosi stranae anormale.
:e che il solo atto
Chi piu fortemente si oppone alla venuta dell’intrusa nella famiglia
sollevare la donna
borghese del professor Losatti, é il fidanzato della figlia, il dottor Fer¬
dinando Schmidt: egli trova la condotta dei Losatli assurda ed immo¬
Ima dello Schnitzler
rale:e alla fine il trionfatore sarà lui.
sa tragica evidenza
Sulle prime Toni Weber & tollerata in casa, dal padre del morto
il protagonista del
per debolezza, dalla madre e dalla sorella per rispetto alla promessa
marito ingannato:
fatta, dalla cognata Emma Wintere dalla figlia Agnese per amore al
ui, soltanto dopo
hambino; ma allorché il bambino muore, l’egoismo della famiglia non
lla sua vita:
ha piü ritegno: Ferdinando Schmidt, considerandosi già come uno
er
uto a
di casa, impone ai Losatti di far uscir l’estranea: la cognata, Emma
1
reatura
Winter, vorrebbe accoglierla in casa sua, ma neé impedita dalla figlia,
te:egli
che pur si era sempre mostrata buona amica di Toni Weber: ma il
suo affetto per lei — ora veramente si rivela - era soltanto un riflesso
dell’amore pel bambino e dell'amore per il povero morto.
Ma Toni Weber non si rassegna a questo triste abbandono: se
ne andra, ma lascia scritto che anon la cerchino piü, perché sarebbe
Ar
troppo tardi .
Allora soltanto la sorella del morto, Francesca, si accusa di aver
male adempiuto al volere del fratello: ella infatti si oppone alla volontà
del fidanzato, ma non mai con quell’energia, che ci saremmo aspettati
da lei, cosi buona e delicata: in tutto il dramma, inutilmente, siamo
nell’attesa di uno scatto generoso da parte sua, di uno di quei colpi
d’audacia, di violenta sfida alle convenzioni sociali, che rendono cosi
attraenti le fanciulle di Sudermann: questa delusione riesce alla fine
irritante, etoglie buona parte alla simpatia che il robusto dramma sa
ispirarci.
Quelle tre morti che chiudono i tre atti hanno aleunché di volu¬
tamente simmetrico: i caratteri si moditicano di atto in atto, per il
modificarsi della situazione, impercettibilmente, con una delicatezza di
sfumature veramente rara.
Uno degli ultimi drammi dello Schnitzler, dei piü profondamente
acuti nella sua amara psicologia, é quello intitolato: II grido della
vita (1).
Gia nel ciclo delle novelle: Sterben (Morire) il drammaturgo vien¬
nese aveva mirabilmente intuita la profonda psicologia della paura
della morte. Di questo tenace, feroce attaccamento alla vita é luminosa
espressione scenica il vecchio Moser, che nell’egoismo dei suoi ot¬
tant'anni tiranneggia la tiglia Maria, dopo aver fatto l’infelicità della
moglie.
Scenicamente non é questo il dramma migliore dello Schnitzler,
pur essendo di una grande forza lirica e di una grande profondità di
sentimenti: ma é povero d’azione, come del resto quasi tutte le opere
del drammaturgo viennese: ora, sul teatro, l'azione é tutto: edé questa
sola deficenza, che impedisce ad Arturo Sclmitzler di essere il piu no¬
tevole drammaturgo tedesco dell’oggi.
(1) Der Zuf des Zebens, Schauspiel in drei Aufzügen (Berlin, S. Fischer, 1906)
pagg. 132.
A ARRAR
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Pamphlets, offprints
AkTURO SCHNITZLER
reso sul serio il suo
eche Toni Weber, la creatura amata dal povero morto, s’installi in casa
Pro innamorato apre
al posto di lui, é cosa che poco importa: ció che interessa al dram¬
piccolo borghese,
maturgo e il metter in luce quali sentimenti si agitino in quella famiglia
della donna sedotta
borghese di fronte a una situazione cosi stranae anormale.
:e che il solo atto
Chi piu fortemente si oppone alla venuta dell’intrusa nella famiglia
sollevare la donna
borghese del professor Losatti, é il fidanzato della figlia, il dottor Fer¬
dinando Schmidt: egli trova la condotta dei Losatli assurda ed immo¬
Ima dello Schnitzler
rale:e alla fine il trionfatore sarà lui.
sa tragica evidenza
Sulle prime Toni Weber & tollerata in casa, dal padre del morto
il protagonista del
per debolezza, dalla madre e dalla sorella per rispetto alla promessa
marito ingannato:
fatta, dalla cognata Emma Wintere dalla figlia Agnese per amore al
ui, soltanto dopo
hambino; ma allorché il bambino muore, l’egoismo della famiglia non
lla sua vita:
ha piü ritegno: Ferdinando Schmidt, considerandosi già come uno
er
uto a
di casa, impone ai Losatti di far uscir l’estranea: la cognata, Emma
1
reatura
Winter, vorrebbe accoglierla in casa sua, ma neé impedita dalla figlia,
te:egli
che pur si era sempre mostrata buona amica di Toni Weber: ma il
suo affetto per lei — ora veramente si rivela - era soltanto un riflesso
dell’amore pel bambino e dell'amore per il povero morto.
Ma Toni Weber non si rassegna a questo triste abbandono: se
ne andra, ma lascia scritto che anon la cerchino piü, perché sarebbe
Ar
troppo tardi .
Allora soltanto la sorella del morto, Francesca, si accusa di aver
male adempiuto al volere del fratello: ella infatti si oppone alla volontà
del fidanzato, ma non mai con quell’energia, che ci saremmo aspettati
da lei, cosi buona e delicata: in tutto il dramma, inutilmente, siamo
nell’attesa di uno scatto generoso da parte sua, di uno di quei colpi
d’audacia, di violenta sfida alle convenzioni sociali, che rendono cosi
attraenti le fanciulle di Sudermann: questa delusione riesce alla fine
irritante, etoglie buona parte alla simpatia che il robusto dramma sa
ispirarci.
Quelle tre morti che chiudono i tre atti hanno aleunché di volu¬
tamente simmetrico: i caratteri si moditicano di atto in atto, per il
modificarsi della situazione, impercettibilmente, con una delicatezza di
sfumature veramente rara.
Uno degli ultimi drammi dello Schnitzler, dei piü profondamente
acuti nella sua amara psicologia, é quello intitolato: II grido della
vita (1).
Gia nel ciclo delle novelle: Sterben (Morire) il drammaturgo vien¬
nese aveva mirabilmente intuita la profonda psicologia della paura
della morte. Di questo tenace, feroce attaccamento alla vita é luminosa
espressione scenica il vecchio Moser, che nell’egoismo dei suoi ot¬
tant'anni tiranneggia la tiglia Maria, dopo aver fatto l’infelicità della
moglie.
Scenicamente non é questo il dramma migliore dello Schnitzler,
pur essendo di una grande forza lirica e di una grande profondità di
sentimenti: ma é povero d’azione, come del resto quasi tutte le opere
del drammaturgo viennese: ora, sul teatro, l'azione é tutto: edé questa
sola deficenza, che impedisce ad Arturo Sclmitzler di essere il piu no¬
tevole drammaturgo tedesco dell’oggi.
(1) Der Zuf des Zebens, Schauspiel in drei Aufzügen (Berlin, S. Fischer, 1906)
pagg. 132.
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