VI, Allgemeine Besprechungen 2, Ausschnitte 1928–1931, Seite 4

alla üine d stato ngannnto. e1
çontatto della realtà vera e quotidiana
non ha sopportato lo strazio (quasi sempre
della sua Vienna borghese e piccolo bor¬
I'ha saputo sopportare).
ghese, della sua vita di giovane medico
Spesso nel medesimo dramma ha rive¬
abbastanza ricco per potere scrivere dram¬
stito tre o quattro ben diverse personalità
mi invece di andare in cerca di clienti,
ed ha giocato una serrata partita contro se
di figlio di buona famiglia che poteva vi¬
stesso (ed & questo jl piü autentico gioco
vere tranquillamente in ozio, curando j de¬
di cui Schnitzler sia stato capace, come nel
licati capricci di uno spirito fantastico.
Projessor Bernardi e talora finalmente (co¬
me in Reigen) & tornato in scena per dieci
volte di seguito, ogni volta come un perso¬
Questa era infatti la vita verg e vissuta
naggio differente, ignorando con disinvol¬
di lui, Schnitzler, del suo amico Hofmanns¬
tura la fatale serie dei sosia che si por¬
thale di tutta una folla di persone gen¬
tava dietro, ma sempre, giovane e vecchio,
tili, çolte e spirituali; quella folla che for¬
amato e amante, tradito o traditore, gran¬
mava jl pubolico dei suoi teatri e che sra
d’uomo o piccolo personaggio, ufficialetto
felice di vedersi rispecchiata (mille volte
melenso, ragazzino ingenuo, professore dai
piü bella e pin nobile e piü interessante)
profondi tormenti spirituali, letterato disin-;
nei drammi del giovane scrittore. A Hof¬
volto e intelligente, giovanotto allegro, e¬
mannsthal mancava una tale diretta comu¬
breo o cristiano, sempre Anatol ha mante¬
nicazione col pubblico, e dovette rassegnar¬
nuto quella sua finezza d’animo che riflette
si ad essere un artista di eccezione, letto
mille raggi in und, come un purissimo eri¬
da pochi iniziati, fiuche la musica di Ri¬
stallo, e s’alterna e brilla e incanta con
chard Strauss, oppure le sue grandi compo¬
mille arcobaleni; e nessuno à vano, dentro
sizioni religiose non gli ebbero aperta la
ognuno si annida una piccola verità della
via dej pubblici numerosi. Schnitzler in¬
vita vissuta (che vuol dire, un piccolo, un
vece, sebbene il suo successo fosse venuto
grande dolore).
appena dopo il terzo o quarto lavoro rap¬
presentato, e la fama conquistata lentamen¬
te e tardi, parlava direttamente dal cuore
Qualche volta Schnitaler ha anche tra¬
del suo pubblico, rappresentava un tipo di
dito II suo perfetto e immortale Anatol;
uomo nuovo che per molti era andora un
ma di rado e con poco successo; né sono
mistero, un presentimento non precisato,
serviti i tentativi di evasione verso mondi
una sofferenza lieve ma insistente e nasco¬
lontani, verso scenari fantastici: il Gruene
sta; ed insomma metteva in scena quello
Kahadu, il Velo di Beatrice, il primo degli
che inutilmente i naturalisti ogni giorno
atti unici Ore vissute, che si svolgono nella
proclamavano senza riuscire a trovare in
Rinascenza, come i due ultimi, o in una
nessuna parte delle loro opere o delle loro
taverna al tempo della rivoluzione fran¬
persone: la vita com'è.
cese, come il primo, sono travestimenti del¬ e
Non cosl com'è nei trattati di sociologia
l’immortale Anatol, il quale una volta cam¬ C
o nei dibattiti politici dei giornali quoti¬
bia persino sesso come nel Velo di Bentrice,
diani; ma com'è al suo stesso nascere nel
ed oppone sempre la stessa sfuggevole resi¬
cuore degli uomini, con tutti gli interroga¬
stenza, si dà sempre con lo stesso riservato
tivi tormentosi e cosl facilmente dimenti¬
abbandono all’incalzare dei fatti. Nel Pap¬
çati se hon si presenta subito la risposta,
dagallo verde potrà eccitarsi sino all’assas. s
colle curiosità e le inquietudini davanti a
sinio, un momento di aberrazione nel quale,
misterlose novità che domani potrebbero
come altra volta, l’autentico Anatolio tro¬ 7
sorgere e di cui oggi si ha appena i1 pre¬
disce se stesso prendendosi gul serio sino
sentimento, o il sospetto o la seranza o
al punto di agire sotto la spinta della pro¬
un inesprimibile timore; quella vita che
pfia passioné; ma in questà stessa azione
non ha catastrofi esterlori da impressionare
lo stile amletico rimane l’essenza squisita
i cercatori di drammi sensazionali, che #i
di ogni momento, di ogni gesto, di ogni
svolge in case, in famiglie, in città bene
parola. In questo stile amletico l’epoca ri¬
ordinate, regolari, normali, senza scosse di
conosceva se stessa, Schnitzler trovava l’a.
nessun genere, senza terrori nè dubbi ne
dito al grande successo.
preoccupazioni troppo serie per il domani:
Certo, coll’incalzare degli anni, anche
quella bella Vienna grassa;e lucida della
Schnitzler doveva rimanere isolato, non
fine del secolo, dove tutti stavano bene ed
trovare piü nel pubblico la larga eco del
avevano tutti gli agi per occuparsi della
primo decennio del secolo, vedere inari¬
doro rispettabilissima persona; un mondo
dirsi la vena, la tendenza che dai suol
un poco limitato ed egoista, senza dubbio,
drammi scendeva nel pubblico. II mondo
ma non troppo, tultavia; un mondo per il
preparava ad Amleto una avventura che
quale, per esempio, l’arte ed in genere
hon era fatta per lui, che superava di
tutto quello che ha attinenza collo spirito,
troppo la sun statura, le sue possibilità. Non
esisteva ed aveva grände importanza; un
valeva piü fermarsi sorridendo in riva al
mondo graffinatone n supercoltivaton co¬
fiume per ammirare la corrente fuggevele
ma stava diventändo l'intera Germania, #
ed esercitarvi sopra la propria ironia;
che si dedicava soprattutto e con grande
non si poteva piü essere infinitamente
delizia all’arte pericolosa dell’introspezione.
stanchi di non fare nulla; il tempo af¬
Se si paragonano insieme i Tersitori ed
ferrava gli uomini a mezza vita e li
Anatol, non c’è dubbio, il mondo del primo
costringeva ad agire loro malgrado; non
2 assai piü complesso, la visione piü gran¬
ei poteva ora essere ammalati e disprezzare
diosa, la #scenicitàn senz’altro superlore.
la salute sotto lo specioso pretesto che sani
Ma, i due drammi sono scritti nello stesso
si & tutti ad un modo, mentre la malaltia
annoe nello stesso anno sono nati i due
permette à clascuno di essere ammalati in
poeti; fatalmente vien fatto di pensare che
un modo diverso; ora agli ammalati non
(a parità di valore puro poetico) & sulla
restava altro che fassegnarsi a morire. Ed
strada di dare un dramma moderno alla
ecco perché anche di Schintzler, tanto su¬
Germanis pinttosto l’autore che prende per
periore. ai gontemporanei, la generazione
soggetto i suoi amori giovanili (e chiamia-della guerra e di dopo la guerra non doveva
moli anche amoretti) con tutte le loro com- (conservare nulla: specchio di un mondo
plicazioni psicologiche, piuttosto che l'al¬
distrutto, anche la sua arte, nel logorante
tro. quello che tenta di sollevarsi al disopra
travaglio teatrale, non poteva piü resistere.
stesso cantando un mondo, uomini,
di
Alberto Spaini.
sofferenze che gli sono del tutto estranei.
Per quanto limitato possa apparire il mon¬
do di Schnitzler in Anatol, esso ha un enor¬
250
me vantaggio: quello di essere completa¬
mente centrato nel poeta, nella sua vita,F
nella gua stessa struttura psicologica; esten¬
dendosi non perderà mai di consistenza;
saranno nuove parti che si connetteranno
ad un centro ben preciso, ben fondato, nu¬
#trito nella piena intimità dell’anima e dellor
spirito.
Anatol non muore in quella prima serie
di dialoghi colla quale viene al mondo:
passan gli anni e la spensieratezza giova¬
nile & paralizzata da tutte le nuove com¬
plicazioni che la vita impone: gli amorettis
divengono passioni cocenti, divengonof
drammi profondamente sepolti nella co¬
scienza, tragedie flammanti o fosche e
cupe torture che si eternizzano in immo¬